“I virus e i batteri sono sulla terra da ben prima dell’uomo. Sono i veri dominatori del pianeta. Ognuno di noi se ne porta dietro alcune decine di miliardi. Alcuni sono simbiotici, come i virus intestinali; altri invece aggrediscono altre specie diventandone ospite e poi succhiandone l’energia vitale. Loro non hanno interesse a sterminare le altre specie, anzi, a loro servono per nutrirsi. Basti pensare che anche quelli aggressivi come l’ebola solo se combinati uccidono più del 75% degli infetti“, è quanto spiega Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista italiano.
“I batteri – ha detto Tozzi – sono le prime forme di vita: esistevano già tre miliardi e mezzo di anni fa e, pur essendo molto semplici, si replicano in maniera molto efficiente, trovando sempre nuove strategie. E’ difficile distinguere i buoni e cattivi, te li devi tenere tutti e conviverci cronicizzandoli come è successo col retrovirus Hiv. Il coronavirus fa molta paura perché la società è molto globalizzata, viaggia molto. Il contagio è molto elevato, ma la mortalità è bassa per adesso, sotto il 5%. Il virus non vuole uccidere ma solo tenersi in vita e replicarsi quante più volte possibile, esattamente come noi umani. Le città veicolano i virus molto più facilmente“.
“Lo scopo del batterio o del virus non è quello di estinguere la specie che viene attaccata, anzi hanno tutto l’interesse al fatto che resti in vita altrimenti non avrebbero di che nutrirsi“. Per quanto riguarda il Coronavirus, nello specifico, “il contagio è molto rapido, ma bisogna vedere quanto è virulento e quanto riesce a essere letale” conclude l’esperto. Essendo loro i dominatori, dunque, è come se in momenti come questo cercassero di difendere il loro territorio, non uccidendo le altre specie ma diventando più forti grazie ad esse. E a noi non resta che abituarci alla loro presenza: sviluppando i giusti anticorpi potremmo convivere con loro senza timori, e in futuro, quegli stessi esserini minuscoli che oggi ci fanno tanto paura, arriveranno a causarsi poco più di un raffreddore, o forse nemmeno quello.