Virus, tamponi e Spallanzani: il Coronavirus e l’attacco batteriologico che minacciò l’Italia 19 anni fa

L'Italia corse un pericolo peggiore del coronavirus, era il 2001 e al governo c'era Silvio Berlusconi: niente panico, niente fuga di notizie, non si poteva rischiare di paralizzare il Paese
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Le teorie complottiste messe in campo per provare a trovare un colpevole di questa pandemia dovuta al nuovo Coronavirus che sta attanagliando il mondo, e l’Italia in particolare, sono diverse e tutte vedono come autori e protagonisti diversi personaggi, dai capi politici ai vertici militari di Paesi stranieri. Ma a quanto pare non si tratta di teorie tanto lontane dalla realtà. «Sono passati diciannove anni da quella notte. Te lo ricordi?». Con questa frase il Corriere della Sera apre un articolo con una descrizione particolareggiata e minuziosa di fatti, tenuti fino ad ora nascosti, e avvenuti 19 anni fa. L’Italia era in pericolo e noi non ne abbiamo mai saputo nulla. Era il 2001 e al governo c’era Silvio Berlusconi. Il Corriere parla di una clamorosa storia che andò in scena tra Palazzo Chigi, l’Ospedale Spallanzani e l’aeroporto di Ciampino, desecretata solo oggi.

Gli eroi di questa storia sono due: Gianni Letta, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che in piena notte si recò all’Ospedale Spallanzani di Roma per fare il punto e approvvigionare tamponi, controllare le terapie intensive e i posti letto per far fronte ad un possible attacco terroristico all’Italia; Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, che fece un acquisto strategico e fondamentale, ovvero una partita di oltre duecento milioni di euro di vaccini anti-vaiolo, arrivati direttamente dalla Svezia e dalla Svizzera.

Solo le massime cariche dello Stato erano a conoscenza di quanto stesse accadendo e si cercò subito di organizzare una difesa di emergenza da un attacco terroristico batteriologico. L’11 settembre 2001, con il terribile attacco alle Torri Gemelle ad opera di Al Quaeda, era passato da poco e faceva ancora paura. I livelli di allarme e di sicurezza anche nel nostro Paese erano altissimi. Quasi ogni giorno i servizi segreti captavano minacce, rivolte anche all’Italia. Nell’autunno 2001, dunque poche settimane dopo dall’attacco alle Twin Towers, si concretizzò la minaccia terroristica per l’Italia. «Un attacco con il virus del vaiolo diffuso attraverso le condutture dell’acqua», dicono le fonti. A quel punto scattò un protocollo di difesa.

Giulio Tremonti e Gianni Letta furono i due membri del governo che presero in carico la missione. Niente panico, niente fuga di notizie, non si poteva rischiare di paralizzare il Paese. In poche ore l’Italia era pronta: due Hercules decollarono dall’aeroporto di Ciampino per andare a recuperare il carico di vaccini. Lo Spallanzani, dal canto suo, era diventato un ospedale di guerra. Al resto avrebbero pensato i servizi segreti e di sicurezza. Ma per fortuna l’attacco non arrivò mai. Il vaiolo tramite condutture dell’acqua avrebbe causato una strage. Quella partita di vaccini anti-vaiolo è ancora a disposizione dell’Italia: l’efficienza dello Stato italiano nella sfida a un nemico invisibile aveva dimostrato di essere quasi una macchina perfetta. I protagonisti di quella vicenda, conclude il Corriere, oggi ricostruiscono quelle ore terribili scambiandosi commenti che iniziano con: «Sono passati diciannove anni da quella notte. Te la ricordi?».

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