Il Titanic, era il pezzo forte delle White Star, il nuovo supertransatlantico era partito da Southampton e diretto a New York, il 10 aprile del 1912. A bordo c’erano numerosi passeggeri che a causa dello sciopero delle miniere di carbone terminato il 6 aprile, non erano riusciti a raggiungere gli Stati Uniti con i mezzi che avevano in realtà prenotato. I passeggeri erano almeno 350 in prima classe, 305 in seconda, 800 in terza più l’equipaggio (ma le cifre variano in base delle fonti); furono imbarcate 73.000 libbre di carne fresca, 11.000 libbre di pesce fresco, 5.000 libbre di burro, 2.500 libbre di salsicce, 10.000 libbre di zucchero, 40.000 uova, 40 tonnellate di patate ecc.
Tra i passeggeri più illustri il milionario statunitense John Jacob Astor IV, l’industriale Benjamin Guggenheim, Isidor Straus, proprietario dei magazzini Macy’s di New York, Alfred Vanderbilt, George D. Widener, Archie Butt, aiutante militare del presidente americano William Howard Taft, gli scrittori Jacques Futrelle e W. T. Stead, l’artista Francis Millet. Il Titanic, considerato inaffondabile, era costato un milione e mezzo di sterline e assicurato presso i Lloyds di Londra per sole 730.000 sterline. Al comando c’era il capitano Edward John Smith, che aveva alle spalle 25 anni di esperienza alla White Star ed era alla sua ultima traversata atlantica prima del pensionamento.
Erano le 23.40 del 14 aprile, quando 400 miglia a sudest della costa di Cape Race (isola di Newfoundland, Canada), il supertransatlantico si scontra con un enorme iceberg: Frederick Fleet, che era di vedette avvista l’ostacolo solo quando è ormai a 500 metri di distanza, il primo ufficiale William M. Murdoch ordina: «Tutto a dritta. Indietro a tutta forza», ma la virata a sinistra è inutile con un mezzo così mastodontico, perché meno di 40 secondi dopo l’avvistamento avviene l’urto a prua, sulla fiancata destra della nave. Ben sei, dei sedici compartimenti stagni, restano danneggiati e a sei metri di profondità l’acqua inizia ad allagare la nave “inaffondabile”.
Phillips, marconista del Titanic, lancia il segnale di soccorso, poi l’S.O.S telegrafico, ricevuto alle 12.35 dal piroscafo Carpathia, che si trova a 58 miglia di distanza e decide di tentare il salvataggio. Alle 12.40 l’architetto navale Thomas Andrews e il comandante Edward John Smith ispezionano i danni e capiscono subito che non c’è più nulla da fare: «Galleggerà al massimo ancora due ore». E’ la corsa alle scialuppe, ognuna delle quali può ospitare 60 persone (in tutto 1920, e dunque non sufficiente per tutti i passeggeri). Ma l’equipaggio, temendo che l’imbarcazione si schianti mentre viene calata in mare, fa salire meno di 30 persone su ogni imbarcazione. All’1.30 ben 1.700 persone sono ancora a bordo e le barche non bastano più. Metà Titanic, inoltre, è sommerso.
Sono le 2, e il mare è gelido, quando il transatlantico si spezza in due tronconi “schiacciando” molti di coloro che pensavano di essere già in salvo sulle scialuppe, e solo venti minuti più tardi affonda negli abissi dell’Oceano. Alle quattro del mattino il Carpathia, l’imbarcazione che aveva risposto al messaggio di SOS, arriva sul luogo del disastro e salva i pochissimi superstiti: i sopravvissuti a questa immane tragedia sono solo 706. La maggior parte dei passeggeri sono morti per annegamento e per assideramento a causa dell’acqua fredda. Le vittime italiane accertate sono 34, per lo più camerieri residenti in Inghilterra. Alle 20.27 del 18 aprile il Carpathia arriva a New York, dove i superstiti dell’affondamento del Titanic (706 su 2223 passeggeri) vengono accolti da una folla di migliaia di persone.
L’incredibile rivelazione dello scopritore del Titanic: “E’ stata la copertura di una missione militare segreta”
La scoperta del relitto del Titanic sui fondali oceanici, avvenuta nel 1985, è stata ritenuta per anni frutto di una scoperta scientifica. Ma ora emergono particolari nuovi e dichiarazioni incredibili rilasciate da chi quella scoperta l’ha concretamente fatta. Parlando alla CNN, infatti, Robert Ballard, l’oceanologo che trovò il Titanic, ha rivelato che in realtà la sua spedizione faceva parte di una missione militare segreta degli Stati Uniti, il cui scopo era quello di studiare i relitti di due sottomarini nucleari sommersi sul fondo dell’oceano. “Non volevano che il mondo lo sapesse, quindi dovevo avere una copertura”, ha detto Ballard, che in passato è stato comandante della Marina statunitense e che si era in seguito dedicato alla ricerca scientifica presso l’Istituto oceanografico Woods Hole. La Marina, a quanto racconta Ballard, gli offrì il finanziamento per la missione e l’opportunità di cercare il relitto del Titanic, ma solo nel contesto della ricerca dei sottomarini nucleari Usa Thresher e Scorpion, affondati negli anni ’60.
“Sapevamo dove erano”, ha specificato Ballard. “Ma non volevano che i russi potessero seguirmi, perché dovevamo scoprire ciò che era successo alle armi nucleari sullo Scorpion e anche a ciò che i reattori nucleari stavano facendo all’ambiente”. La ricerca del Titanic è dunque stata una copertura della vera missione in corso, e persino i media erano all’oscuro di ciò che in realtà si stava facendo in quei mari. Quando la sua squadra finì di esaminare lo Scorpion e il Thresher, rimanevano solo 12 giorni per cercare il Titanic. Il transatlantico che affondò nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, durante la sua crociera inaugurale, fu trovato nel 1985 ad una profondità di oltre 3.500 metri su un fondale dell’Oceano Atlantico settentrionale.
“Quando abbiamo trovato il Titanic, naturalmente eravamo molto eccitati, perché era stato un lavoro duro, e ce l’avevamo fatta segnando il gol della vittoria proprio al fischio finale“, ha detto Ballard. Fu solo a quel punto che l’attenzione della stampa venne focalizzata sulla scoperta, ma il vero obiettivo della spedizione rimase nascosto fino ad oggi. La verità è venuta finalmente fuori dopo che il dossier è stato de-secretato. Ballard ha poi dichiarato di aver partecipato ad altre missioni del genere, ma la natura di queste missioni è ancora coperta da segreto militare.