Dopo la recentissima scomparsa di Aldo Masullo, uno dei prinicipali “filosofi della coscienza” del Novecento, è venuto a mancare un altro importante intellettuale che, con il suo lavoro, ha contribuito alla crescita culturale del nostro Paese.
E’ stato il vignettista e opinionista Vauro Senesi a darne l’annuncio sulla sua pagina Facebook, con parole colme di commozione e affetto per l’amico scomparso. “Giulietto Chiesa è morto – ha scritto- Non riesco ancora a salutarlo. Ricordo i suoi occhi lucidi di lacrime a Kabul, davanti ad un bambino ferito dallo scoppio di una mina. E’ morto un uomo ancora capace di piangere per l’orrore della guerra. I suoi occhi sono un po’ anche i miei”.
Nel corso della sua fortunata carriera, Giulietto Chiesa si è dedicato con passione alla politica e al giornalismo ed è, soprattutto la sua intensa attività di giornalista, inviato e scrittore che vogliamo ricordare.
Nato il 4 settembre 1940 ad Acqui Terme (Alessandria), Chiesa ha ricoperto il ruolo politico di dirigente nazionale della FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) e di capogruppo del PC nel Consiglio provinciale di Genova, città dove ha portato a compimento gli studi.
La scelta del giornalismo arriva nel 1980 quando, in conflitto con il partito, lo abbandona per raggiungere Mosca come inviato de “L’Unità”, per seguire i Giochi Olimpici. Da Mosca, seguirà quindi, come corrispondente, le vicissitudini di un mondo che di lì a poco sarebbe cambiato per sempre. Con la sua penna e i suoi reportage, ossserva e descrive a distanza ravvicinata il viaggio della perestrojka voluta dal leader Gorbaciov, che ha traghettato le Repubbliche Socialiste Sovietiche nella Federazione Russa contemporanea. Per “L’Unità” prima, poi per “La Stampa”, “Il Manifesto”, il Tg5, il Tg1 e il Tg3. In Russia resterà a lungo, fino al 2000, assieme alla compagna di vita Fiammetta Cucurnia, giornalista anch’ella, inviata del quotidiano “La Repubblica”.
Non solo corrispondente, Giulietto Chiesa è stato editorialista ed ha collaborato con testate anche internazionali. Ha scritto per “Limes”, nota rivista di geopolitica, per alcuni giornali russi ed ha partecipato a progetti per il canale televisivo satellitare “Russia today”.
Saggista di successo, nel 1979 realizza il suo primo libro “Operazione Teheran”, in cui racconta la sofferta vicenda dei 52 americani trattenuti in ostaggio nell’ambasciata di Teheran da un gruppo di rivoltosi iraniani. Con Roy Medvedev, ex- dissidente e storico russo, scrive nel 1987 “L’URSS che cambia” e nel 1990 “La rivoluzione di Gorbaciov”, testo conosciuto in America con il titolo di “Time of Change”. Seguono altri interessanti lavori dedicati alle traversie della storia politica russa.
Più di recente, i suoi acuti e brillanti approfondimenti giornalistici hanno messo a fuoco le tematiche legate alle guerre in Medio Oriente e al fenomeno della globalizzazione. Ne menzioniamo alcuni. Nel 2000 scrive “G8/Genova”, dedicato alla tragica edizione del forum politico che ebbe luogo lo stesso anno nel capoluogo ligure. Nel 2001, proprio con l’amico Vauro e in collaborazione con Emergency e Gino Strada, realizza il best- seller “Afghanista anno zero”. Nel 2002, “La guerra infinita e la globalizzazione”. Nel 2007, pubblica con Roberto Vignoli, “Zero. Perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso”, inchiesta sull’attacco alle Torri Gemelle, che ha sollecitato nell’opinionie pubblica giudizi anche negativi e polemiche. Fino agli ultimi, “Putinfobia” del 2016 e “Chi ha costruito il Muro di Berlino?” del 2019.
Diventa condirettore del settimanale “Avvenimenti” e per un breve periodo segue la rivista “Left”. Su “Il Fatto Quotidiano” ottiene un blog personale, da molti considerato di stampo complottista. In occasione degli atti terroristici del 2016 di Bruxelles, con un suo commento sulla natura dell’evento, attira persino le critiche del direttore della testata Peter Gomez. Collabora con l’agenzia di stampa internazionele “Sputnik”. Nel 2014 fonda “PANDORATV.IT”, tv online di informazione indipendente. Proprio su “Pandora tv”, nell’ultima diretta del 25 aprile, Giulietto Chiesa ha suggerito una lucida riflessione sulla necessità di proteggere con “voce unica” la libertà di espressione e informazione, a rischio censura nel mondo, citando anche il processo di Julian Assange (ndr, tuttora in corso a Londra, la prossima udienza è stata rinviata a maggio a causa del Covid-19)
Nel 2003 viene eletto al Parlamento Europeo e, da quel momento, torna ad impegnarsi anche nella politica attiva, in vari modi, sia in Italia, che all’estero.
Esperto e profondo conoscitore dell’Europa dell’Est, ha offerto al pubblico, estimatori e non, analisi, articoli e scritti di grande spessore intellettuale. Una visione garbata e al tempo stesso energica e disincantata di un mondo, a Oriente e Occidente, complesso e talvolta incongruente. Le sue tesi, pur se non sempre condivise, sono il frutto di un punto di vista originale e netto e, a suo modo, estremamente umano e sincero.