Lanciato nel 2018, BepiColombo è in un viaggio – lungo 7 anni – verso uno dei pianeti più piccoli e più vicini in orbita intorno al Sole, che racchiude importanti indicazioni sulla formazione e l’evoluzione dell’intero sistema solare.
L’operazione di oggi è la prima di nove sorvoli che, insieme al sistema di propulsione solare di bordo, aiuterà la sonda a raggiungere la sua orbita intorno a Mercurio. I prossimi due sorvoli saranno intorno a Venere e ulteriori sei intorno a Mercurio stesso.
Mentre la manovra ha tratto vantaggio dalla gravità della Terra per aggiustare il percorso della sonda e non ha richiesto nessuna operazione attiva, come accendere i razzi, essa includeva 34 minuti critici poco dopo il passaggio più vicino di BepiColombo al nostro pianeta, quando la sonda ha volato attraverso l’ombra della Terra.
“Questa fase di eclissi è stata la parte più delicata del sorvolo, con il passaggio della sonda attraverso l’ombra del nostro pianeta e non ricevendo luce solare diretta per la prima volta dal momento del lancio”, ha commentato Elsa Montagnon, responsabile delle operazioni di BepiColombo per ESA.
Per prepararsi per l’eclissi programmata, gli operatori di missione hanno caricato completamente le batterie del veicolo spaziale e riscaldato tutti i componenti in anticipo, hanno poi monitorato da vicino la temperatura di tutti i sistemi di bordo durante il periodo di buio, tra le 07:01 e le 07:35.
“È sempre snervante sapere che i pannelli solari di una sonda non sono bagnati dal sole. Quando abbiamo visto che le celle solari sono ripartite per generare corrente elettrica, sapevamo che BepiColombo era finalmente fuori dall’ombra della Terra e pronto a procedere nel suo viaggio interplanetario”, ha aggiunto la Montagnon.
Le operazioni spaziali non sono mai routine al centro di controllo missione dell’ESA a Darmstadt, Germania, ma il sorvolo di oggi è stato ancora più complesso. La manovra, programmata con largo anticipo e impossibile da rimandare, ha dovuto essere preparata con personale limitato, nel mezzo delle misure di distanziamento sociale adottate dall’Agenzia in risposta alla pandemia di Coronavirus in atto; ma le restrizioni non hanno avuto alcun impatto sul successo dell’operazione.
Mentre BepiColombo lasciava il nostro pianeta, la maggior parte degli strumenti scientifici del modulo orbitante Mercury Planetary Orbiter dell’ESA – uno dei due veicoli che compongono la missione – sono stati attivati. Diversi sensori erano inoltre attivi sul secondo componente della missione, il modulo orbitante Mercury Magnetospheric Orbiter della JAXA, conosciuto anche come Mio.
Gli scienziati utilizzeranno i dati raccolti durante il sorvolo, che includono immagini della Luna e misurazioni del campo magnetico della Terra mentre la sonda sfrecciava via, per calibrare gli strumenti che, a partire dal 2026, esamineranno Mercurio per risolvere il mistero di come l’arido pianeta si sia formato.
“Oggi ovviamente è stato molto diverso da ciò che avremmo potuto immaginare solo un paio di mesi fa”, commenta Johannes Benkhoff, scienziato di progetto di BepiColombo dell’ESA, che ha seguito l’operazione dalla sua casa nei Paesi Bassi, insieme a molti degli scienziati dei 16 team degli strumenti che la missione comprende, sparsi tra Europa e Giappone.
“Siamo tutti molto felici che il sorvolo sia andato bene e che sia stato possibile operare diversi strumenti scientifici, e attendiamo con ansia di ricevere e analizzare i dati. Questi saranno utili anche per preparare il prossimo sorvolo, quanto BepiColombo passerà vicino a Venere ad ottobre”.
“C’è un grande interesse in Giappone per la missione BepiColombo. Dunque, dopo il sorvolo di successo, guardiamo con entusiasmo alla scienza su Venere e su Mercurio”, dice Go Murakami, scienziato di progetto di BepiColombo presso la JAXA.
La nostra casa dallo spazio
Il 9 aprile, prima del sorvolo, e di nuovo oggi, poco prima dell’avvicinamento, le telecamere di monitoraggio di BepiColombo hanno scattato una serie di immagini della Terra dallo spazio, ritraendo il nostro pianeta in questi difficili tempi per l’uomo in tutta Europa e nel mondo.
“Questi selfie dallo spazio ci rendono umili, mostrando il nostro pianeta, la casa comune che condividiamo, in uno dei periodi più problematici e incerti che molti di noi hanno affrontato”, commenta Günther Hasinger, Direttore di Scienza dell’ESA, che pure ha seguito l’evento da remoto, dalla sua casa in Spagna.
“Siamo scienziati che fanno volare veicoli spaziali per esplorare il Sistema solare e osservare l’universo in cerca delle nostre origini cosmiche, ma prima di ciò siamo umani, ci preoccupiamo l’uno dell’altro e siamo insieme alle prese con un’emergenza planetaria. Quando guardo queste immagini, mi ricordo della forza e della resilienza dell’uomo, delle difficoltà che possiamo superare quando ci uniamo, e mi auguro che esse portino a voi lo stesso senso di speranza per il nostro futuro”.
Unitevi a noi su ESA Web TV il 10 aprile alle 17:00 per una conversazione in streaming con gli esperti di missione e scienziati dell’ESA di alcuni dei team degli strumenti, per riflettere sul sorvolo e presentare i dati raccolti dai diversi strumenti.
Per aggiornamenti sui dati scientifici ottenuti durante il sorvolo e le immagini che le telecamere di monitoraggio riprenderanno mentre la sonda si allontana dalla Terra il 10 e l’11 aprile, seguite la missione su Twitter via @ESA_Bepi, @ESA_MTM, e @BepiColombo
Cos’è Bepi Colombo
BepiColombo è la prima missione europea su Mercurio. Lanciata il 20 ottobre 2018, sta affrontando un viaggio di sette anni verso il pianeta roccioso più piccolo e meno esplorato nel nostro sistema solare. La missione è uno sforzo congiunto tra ESA e l’agenzia spaziale giapponese JAXA, effettuata sotto la guida dell’ESA.
BepiColombo comprende due moduli orbitanti scientifici: MPO (Mercury Planetary Orbiter) dell’ESA e Mio (Mercury Magnetospheric Orbiter) della JAXA. Dopo l’arrivo su Mercurio a fine 2025, serviranno più di 15 manovre addizionali per inserire i due moduli nelle loro orbite polari dedicate intorno al pianeta. Cominciando le operazioni scientifiche ad inizio 2026, entrambi i moduli orbitanti raccoglieranno dati durante la normale missione di un anno, con una possibile estensione di un altro anno. La missione prende il nome dal matematico ed ingegnere italiano Giuseppe (Bepi) Colombo (1920-84).