La casella di posta è piena e l’Asl perde tutte le segnalazioni di casi positivi al Coronavirus: caos in Piemonte

La casella di posta era piena e le mail sono andate perse: contenevano centinaia di nomi di sospetti Covid-19
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La casella di posta era piena e le mail sono andate perse: questo il motivo addotto dal Sisp, Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl di Torino, in merito alle segnalazioni di casi di Coronavirus che sono andate perse. La Regione ha chiesto conto a tutte le Asl, ma tutto è andato perso. Si tratta di un episodio grave che va ad inasprire ancora di più il rapporto tra il sistema regionale e i medici di base. Questi ultimi, lo scorso 11 marzo, erano stati ‘bacchettati’ dall’Unità di crisi regionale perché alcuni di loro avrebbero dirottato i pazienti sul numero 112 invece «di assolvere ai compiti istituzionali propri».

Ora, però, è emerso che le pecche sono altre. Le segnalazioni che i medici avevano inviato via mail al Sisp con i casi sospetti positivi sono state bloccate da una casella di posta che si è riempita troppo; parte dei pazienti non sono stati ricontattati e altri sono stati individuati solo molti giorni dopo. Con tutte le conseguenze che questo ritardo comporta.

Un ritardo che poteva essere evitato. Sarebbe bastato l’impiego di più personale e l’utilizzo di una casella di posta in grado  di supportare il carico di mail che inevitabilmente sarebbero arrivate. «Evidentemente il Sisp non ha funzionato – spiega il dottor Roberto Testi, responsabile Medicina legale dell’Asl di Torino, dalla quale dipende il servizio, e a capo del Comitato tecnico-scientifico istituito dalla Regione -. Per un certo periodo le mail sono arrivate e sono state processate. Poi mi sono accorto, grazie alle segnalazioni di alcuni pazienti o a seguito di mail inviate più volte dallo stesso utente, che qualcosa non funzionava, e sono intervenuto: potenziando il personale, estendendo la capacità della casella e attivandone altre».

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