Sciami sismici proseguono da giorni in tutta Italia: che fare in caso di terremoto in tempo di Coronavirus? Ecco le regole stilate ad hoc

Che fare in caso di terremoto? Come comportarsi di fronte a scosse importanti, considerando che siamo in piena emergenza coronavirus?
  • Figura 2 – Mappa dell’intensità macrosismica in scala Mercalli – Cancani – Sieberg del terremoto del 20 ottobre 2016 di magnitudo Mw 6.5. La stella indica l’epicentro.
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Lo sciame sismico registrato tra Liguria ed Emilia Romagna qualche giorno fa, ma anche le scosse che – seppur modeste – ormai da settimane sta interessando buon parte dell’Italia, fanno sorgere in molti italiani dubbi e domande: che fare in caso di terremoto? Come comportarsi di fronte a scosse importanti, considerando che siamo in piena emergenza coronavirus e gli assembramenti che ne conseguirebbero sono opposti alle precauzioni necessarie per limitare i contagi? Ebbene a questa domanda, con un documento ben articolato di 15 pagine, hanno risposto gli esperti del Laboratorio di Geologia e Sismologia dell’Università dell’Aquila, con alcune considerazioni, raccomandazioni e precauzioni da prendere in caso di terremoto.

In merito alla scosse che hanno interessato l’area ligure-romagnola il prof. Antonio Moretti, del team dell’Università dell’Aquila, ci ha spiegato che “storicamente l’area non è mai stata interessata da grandi terremoti, anche se si può fare qualche osservazione interessante. C’è stato un periodo sismico iniziato nell’ottobre 1828 nella fascia appenninica tra Genova e Pavia, continuato tra il 1830 ed il 1831 lungo la costa ligure (la scossa maggiore fu il 26 maggio 1831 tra Sanremo ed Imperia) e finalmente conclusa nel febbraio 1834 in Val di Taro. Non abbiamo più notizie di eventi significativi nel secolo successivo fino alla grande scossa della Garfagnana-Lunigiana del 1920, che fu comunque parecchie decine di km più a SE.

terremoto oggi liguria emilia romagna lombardia“In conclusione non credo che ci sia motivo di temere eventi sismici significativi”, sebbene sia comprensibile come “anche una scossa di media intensità possa provocare panico e danni alle abitazioni (ed in questo periodo di emergenza sanitaria non ce lo possiamo proprio permettere!)”.  A questo proposito il gruppo di cui il prof. Moretti fa parte ha preparato un documento dal titolo Allarme sismico in ambito emergenziale biologico. Considerazioni e suggerimenti sulle modalità di reazione (G. Ferrini, A. Moretti, E.Ursini – geolab@univaq.it), visibile nella sua interezza nella gallery fotografica scorrevole in alto a corredo dell’articolo.

Eccone qui alcuni passi interessanti: “Le varie Leggi di Murphy – scrivono  gli studiosi – (ironici paradossi pseudo-scientifici: “Se qualcosa può andare storto, lo farà” “Se molte cose possono andare male, andranno tutte male nello stesso momento”) ci ricordano che, anche se la nostra attenzione si concentra su un rischio specifico (in questo momento il coronavirus) questo non esclude certo l’occorrenza di un evento naturale di natura diversa e avversa“. “Un malaugurato allarme sismico in questo particolare momento di crisi sanitaria porterebbe ad uno stravolgimento delle pratiche di reazione alla scossa che da qualche anno, dopo un lungo lavoro di formazione, iniziano ad entrare nel pensiero degli abitanti delle aree a rischio … in questo particolare momento dato che i comportamenti individuali assunti per il contenimento del contagio del coronavirus ci impongono quella che viene chiamata “distanza sociale” tutto deve essere riletto sotto un’ottica diversa“.

Faglie sismogenetiche in italia
Faglie sismogenetiche in italia

Valgono, anche ora, i consigli in merito all’individuazione di aree sicure dell’edificio in cui ci si trova: “L’esperienza di soccorso ci dice che anche in una struttura crollata si vanno sempre a creare spazi vuoti in corrispondenza dell’accatastamento di elementi lineari resistenti (pilastri, murature ecc.); dato che spesso questi spazi assumono forma triangolare si parla, in gergo, di triangle of life“. Ma non solo: anche se il problema Coronavirus sembra non voler lasciare spazio ad altre preoccupazioni, prevenire resta sempre il miglior modo per affrontare un terremoto. “Abbiamo sempre sottolineato l’importanza di tenere pronto ed immediatamente raggiungibile un “borsone di emergenza” contenente un kit di presidi che possano aiutare ad affrontare in autonomia le prime fasi di un’eventuale emergenza, in attesa che la macchina dei soccorsi si possa attivare e fornire le opportune indicazioni alle popolazioni colpite. A questo kit oggi andranno aggiunti anche i dispositivi per la profilassi e l’igiene sanitaria (disinfettanti, mascherine, guanti e tute sterili ecc.). Il borsone andrebbe tenuto in luogo immediatamente raggiungibile in prossimità dell’ingresso dell’abitazione. Potrebbe essere opportuno collocare un secondo kit più ampio all’interno della propria autovettura contenente materiale per eventuali pernottamenti all’esterno (tenda, coperte, sacchi a pelo, alimenti a lunga conservazione, bevande, materiali per igiene personale)“.

“Passata la scossa dovremo fare una stima dei danni sia personali che all’abitazione ed iniziare a prepararsi per il lungo “dopo terremoto” che abbiamo di fronte. Da questo punto in poi dovremo fare i conti con la nuova emergenza sanitaria che ci costringe a mantenere una “distanza sociale” di sicurezza. La prima cosa da farsi è indossare le protezioni individuali contro il contagio (mascherina, guanti) prima di uscire dall’abitazione e ritrovarsi sicuramente a stretto contatti con altri fuggitivi, sia nei vani scale che nei luoghi di ritrovo. Dato che l’abitazione sarà sicuramente ispezionata dai soccorritori e/o dai valutatori dei danni, è necessario segnalare la presenza di persone positive, in quarantena o quant’altro per permettere l’accesso in sicurezza degli operatori“.

È evidente che l’attuale crisi sanitaria aumenta in maniera esponenziale le difficoltà di gestire un’eventuale situazione di emergenza – spiegano i ricercatori –. In particolare, in caso di terremoto e successiva evacuazione, sarà molto difficile per i singoli conservare le necessarie precauzioni sanitarie per affrontare l’isolamento dal virus; altrettanto le strutture di PC, già duramente impegnate su altri fronti, non potrebbero garantire con tempestività gli standard di assistenza alla popolazione (tende, mense, servizi igienici ecc.). È quindi ancora più necessario che singoli ed i gruppi familiari prendano preventivamente le necessarie precauzioni per essere preparati ed indipendenti in caso di emergenza, tenendo conto oltre che delle esigenze della vita quotidiana anche dei presidi di sicurezza richiesti dall’attuale crisi sanitaria.
Nei casi nei quali si abbia a disposizione la propria automobile, l’automobile stessa può divenire una efficace cellula di sicurezza, soprattutto se attrezzata con le dotazioni di emergenza suggerite, all’interno della quale attendere lo sviluppo della situazione“.

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