In piena emergenza coronavirus Castelluccio di Norcia è di nuovo un borgo fantasma. Sulla piazza – raggiunta dall’ANSA – con accanto il paese raso al suolo dal sisma del 2016, ci sono soltanto i militari dell’Esercito. Tutte le attività commerciali e i ristoranti che con fatica erano riusciti a riaprire dopo due-tre anni dal terremoto, sono di nuovo chiusi.
Rispettano le norme del Governo in questo tempo di pandemia, ma quassù, all’ombra del monte Vettore, la chiusura pesa un po’ di più. “E’ molto piu’ dura di tre anni e mezzo fa, oggi l’incertezza per il futuro non riguarda solo noi, ma un pianeta intero, ma noi terremotati, in aggiunta, siamo chiamati a fare i conti anche con la ricostruzione delle nostre case e delle nostre attività“, spiega Gianni Coccia, portavoce degli agricoltori di Castelluccio.
“Come accadde nel dopo sisma, anche questa volta – aggiunge – noi torniamo ad affidarci alla nostra lenticchia, anche se in queste ore è molto complicato capire cosa accadrà con i mercati”. “Intanto stiamo procedendo alla seconda fase della semina – dice ancora – e poi non ci resta che attendere il corso della natura”. Che porterà, tra la metà di giugno e inizio luglio, alla famosa fioritura. “Speriamo – si augura Coccia – che per quel periodo l’emergenza coronavirus sia terminata e la gente possa tornare a salire quassù e ammirare da vicino quello che è uno degli spettacoli più incredibili a livello naturalistico”.
Il dopo sisma era stato caratterizzato dalla solidarietà e dall’amore che gli italiani avevano riversato sui territori colpiti del Centro Italia: “Adesso – spiega l’agricoltore – tutta la solidarietà e la vicinanza di questo mondo va data solo ai medici, agli infermieri e a tutti coloro che operano in prima linea contro questo maledetto virus”. “Quello che a noi serve – conclude Coccia – è che ci venga data la possibilità di ricostruire i nostri Paesi in tempi rapidi e un’Europa che sostenga realmente l’economia italiana. Invece – sottolinea – da quello che sta accadendo anche in queste ore, da quassù, a quasi 1.500 metri di quota continuiamo a vedere una Ue distante”.