Viaggio al Cotugno di Napoli, l’ospedale-modello che sta vincendo la guerra col Coronavirus grazie alle “linee di separazione”

Sky News dedica un ampio reportage all'ospedale Cotugno di Napoli, elogiando la sua eccellenza: nessun contagio tra gli operatori sanitari con attenzione al dettaglio e rigide regole
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L’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio i sistemi sanitari del Nord Italia, dove migliaia di operatori sanitari si sono ammalati mentre combattevano l’epidemia. Decine di loro hanno perso la vita a causa della malattia. Al Sud, invece, dove l’epidemia è arrivata dopo e in ogni caso molto più contenuta rispetto al Nord, c’è stato il tempo per prepararsi e questo ha portato ad una situazione molto più controllata anche negli ospedali.

Emblematico è il caso dell’ospedale Cotugno di Napoli, struttura specializzata in malattie infettive che ora cura solo i pazienti colpiti da coronavirus. Il nosocomio campano è considerato un modello, tanto da essere finito anche sulle pagine di Sky News, noto giornale britannico, che riferisce di “guardie armate che pattugliano i corridori” e di “macchine per la disinfezione che sembrano scanner degli aeroporti, ma che ti ripuliscono”. “Mentre la velocità della tempesta virale ha colto tutti di sorpresa al Nord e gli staff medici sono stati sopraffatti, le cose in questo ospedale sono diverse”, si legge su Sky News, che riporta la visita in una delle terapie intensive dell’ospedale “completamente vestiti con strati protettivi ed occhiali, un livello totalmente differente rispetto a quanto visto finora”.

Lo staff che cura i pazienti più malati indossa mascherine super avanzate, molto più vicine a maschere antigas che a quello che vediamo normalmente indossare allo staff dei nostri ospedali. Sono rivestiti in spesse tute impermeabili, che significa che i dottori e gli infermieri sono efficacemente isolati. Incredibilmente, almeno finora, nessun membro dello staff medico è stato infettato, sembra possibile, basta solo avere il giusto equipaggiamento e seguire i giusti protocolli”, si legge su News Sky.

Il giornale britannico riporta poi il caso di un’emergenza. “Le condizioni di un paziente dentro una delle stanze di trattamento stanno peggiorando rapidamente”. Un infermiere “ha preparato un’iniezione fuori dalla stanza di trattamento. Non entra mai ma ha comunicato attraverso una finestra con i colleghi. Loro non escono mai durante i momenti di crisi. Quando è pronta, la medicina viene passata attraverso un vano porta. Ricordate, lui non è mai entrato e non ha toccato nessuno o niente, ma toglie immediatamente i guanti e si ripulisce. Questa attenzione al dettaglio è una costante assoluta”, riporta Sky News.

Questo ospedale è l’eccezione nel sud del Paese. Era già il più avanzato, ma abbiamo iniziato a comprendere che tenere al sicuro lo staff medico è possibile. Quello che si sta osservando è che tutti possono essere infettati, non solo gli anziani. Ci sono molti giovani pazienti che vengono curati qui e curiosamente, stanno scoprendo che le classi medie sono infettate di più” e il motivo è perché “viaggiano”.

Quello che è davvero straordinario è che le regole di separare gli ambienti infetti e le aree pulite sono seguite da tutti. Ma le guardie di sicurezza armate sono in ogni corridoio nel caso in cui qualcuno se ne dimenticasse”, si legge ancora. “Mentre un nuovo paziente viene portato dentro, i corridoi vengono chiusi. Questo accade ogni volta poiché la preparazione è la chiave per fermare il virus”, racconta Sky News, che riporta anche le parole del Dott. Roberto Parrella, direttore di medicina respiratoria dell’ospedale. “Questa è la prima cosa da fare in questo tipo di ospedale. È molto importante separare il corridoio e così via, per organizzare come vestirsi e svestirsi, come mettere un dottore o un infermiere nella stanza, come mettere correttamente la maschera, è molto importante”, dice Parrella, sottolineando l’importanza di avere il giusto equipaggiamento.

Il giornale britannico poi parla delle terapie sub-intensive, “dove i pazienti stanno recuperando o non sono ancora peggiorati, ma valgono le stesse regole delle terapie intensive. Un nastro rosso e bianco delimita la linea che non può essere superata. Dottori e infermieri dell’area pulita assistono lo staff dell’area infetta dalla linea. Sono mantenuti assolutamente separati. Questa separazione è la chiave. È una separazione che i dottori qui riconoscono sia stata quasi impossibile da osservare per i dottori e gli infermieri del Nord perché l’ondata di pazienti in arrivo era molto grande”, riferisce Sky News.

Il Dott. Giuseppe Fiorentino gestisce due reparti del Cotugno e a Sky News ha spiegato come curano i pazienti. “Il vantaggio che tutto lo staff ha sui collegi del Paese è che sono abituati ad avere a che fare con malattie molto gravi come HIV e tubercolosi. [Fiorentino] spiega che le misure che stanno seguendo per il COVID-19 sono naturali per loro. Questa conoscenza ha protetto il suo staff”, si legge ancora. “C’è un numero più alto di infezioni nei dottori al Nord perché non sono riusciti a far funzionare le linee di separazione. In questo ospedale nessuno”, sono le parole di Fiorentino riportate da Sky News. “Non li sta incolpando, è solo un dato di fatto”, viene sottolineato.

L’articolo di Sky News si conclude così: “Gli operatori sanitari sono in prima linea e anche loro stanno soccombendo alla malattia. Ma forse non è inevitabile. Non è qui (al Cotugno, ndr), ma loro hanno l’attrezzatura, non sperano solo per il meglio”.

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