L’epidemia di coronavirus in Italia sta avendo effetti pesantissimi sulla popolazione anziana, soprattutto al Nord Italia, dove il tasso di mortalità è più alto rispetto alle altre aree della penisola. Le oltre 16.000 vittime fanno dell’Italia il Paese con più decessi al mondo a causa dell’epidemia.
In un rapporto del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG), “vengono riportati a scadenza settimanale i dati di mortalità della sorveglianza SISMG in relazione all’epidemia COVID-19 nelle 19 città (Aosta, Bolzano, Trento, Trieste, Torino, Milano, Brescia, Verona, Venezia, Bologna, Genova, Perugia, Civitavecchia, Roma, Frosinone, Bari, Potenza, Messina, Palermo) incluse nel bollettino settimanale di sorveglianza della mortalità pubblicato sul portale del Ministero della Salute. La mortalità giornaliera viene ricostruita attraverso le denunce di decesso inviate nelle 72 ore successive e confrontata con la serie storica di riferimento, dati ultimi 5 anni (valore atteso)”, si legge nel rapporto. “Per ogni città, la mortalità giornaliera attesa è definita come la media per giorno della settimana e numero della settimana calcolata nei 5 anni precedenti e pesata per la popolazione residente (dati ISTAT) per tenere conto del progressivo invecchiamento della popolazione. La stima dell’eccesso di mortalità viene calcolata come differenza tra i valori della mortalità osservata e i valori della mortalità attesa”, viene puntualizzato.
“Le Figure 1A e 1B e Figura 2A e B mostrano l’andamento della mortalità settimanale per tutte le età e per le classi di età (65-74, 75-84, 85+) aggiornata al 24 marzo 2020 separatamente per le città del Nord e del Centro-Sud. Nelle città del Nord, si evidenzia a partire dall’inizio del mese di marzo un incremento della mortalità in tutte le classi di età, mentre nelle città del Centro-Sud si osserva un lieve incremento solo partire dalla scorsa settimana”.
“Figura 3 mostra i dati di mortalità osservati per settimana e per classi di età (0-14, 15- 64, 65-74, 75-84,85+) per le città del Nord e del Centro-Sud. Confrontando i dati per settimana, nell’ultima settimana (21-27marzo) si evidenzia nelle città del Nord un minor incremento dei decessi osservati, 79 in meno, rispetto alla settimana precedente, (rispettivamente +216 decessi nell’ultima settimana +295 decessi nella settimana 14-20 marzo)”, spiega il rapporto.
“La figura 4 riporta gli istogrammi con le stime dell’eccesso di mortalità per area geografica (città del Nord e città del Centro-Sud) per genere e classi di età. I risultati mostrano una forte differenza dell’incremento di mortalità osservato per genere, pari a +63% negli uomini e +39% nelle donne nelle città del Nord. Il grafico mostra inoltre un trend che aumenta con l’età sia al Nord che al Centro-Sud. Al Nord, negli uomini l’eccesso osservato è +34% nella fascia di età 15-64 anni, +64% nella classi di età 75-84 e +72% nella classe +85 anni. Al Centro-Sud gli incrementi sono più contenuti, compresi negli uomini tra +2% nella classe di età 15-64 anni e +17% nella classe 85+ anni. Nelle donne il trend di incremento per fasce di età mostra un incremento inferiore al 20% fino a 74 anni nelle donne del Nord ed un incremento circa del 40% nelle classi più anziane, sopra i 75 anni, mentre nelle donne del Sud l’eccesso di registra solo nella classe di età 85+. Questo dato rappresenta una conferma rispetto a quanto emerso da studi precedenti (Onder 2020). I possibili meccanismi che determinano differenze di genere nella gravità della malattia e nella mortalità per Covid-19 non sono chiari. Studi precedenti hanno mostrato che la frequenza di comorbidità è più alta nei pazienti più gravi rispetto ai pazienti meno gravi (38.7% vs 21.0%) (Guan et al. 2020) e studi recenti suggeriscono che gli uomini con patologie pregresse hanno un quadro clinico più severo”, aggiunge il rapporto.
“La figura 5 mostra l’andamento stagionale della mortalità giornaliera negli ultimi 5 anni, con valori massimi nel periodo invernale (dicembre-febbraio) e valori minimi nel periodo estivo (giugno-agosto), mesi durante i quali si osservano i picchi di mortalità associati alle ondate di calore. Il Sistema aveva già evidenziato forti eccessi di mortalità nell’inverno 2016-2017 (+9%). Il grafico evidenzia invece che nell’inverno 2019-2020 la mortalità osservata (linea nera) nei mesi precedenti all’epidemia Covid-19 è stata inferiore al valore atteso (linea rossa) (Figura 5), con una riduzione stimata del -6% circa attribuibile al minore impatto dell’influenza stagionale e alle temperature particolarmente miti dell’inverno passato. Variazioni stagionali della mortalità come quella osservata nell’inverno 2019-2020 hanno determinato un incremento del pool di soggetti più fragili con una ridotta capacità di difesa dell’organismo dovuta a fattori individuali (età avanzata, malattie croniche) che si sono trovati esposti all’epidemia di COVID-19; questo fenomeno può avere come effetto quello di aumentare l’impatto dell’epidemia sulla mortalità nella popolazione più anziana”, si legge.
“Nella tabella 1 sono riportati i dati di mortalità a partire dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 fino all’ultima data disponibile per ciascuna città. I dati aggiornati mostrano nelle città del Nord un incremento complessivamente pari a +47%, mentre tra le città del Centro-Sud rimane complessivamente basso, pari al +8%. Per le singole città si osservano incrementi significativi Bolzano (+51%), Aosta (+85%), Torino (+34%), Milano (+63%), Brescia (+133), Verona (+31%), Genova (+53%) e Bologna (+19%). Tra le città del Centro-Sud non si osservano incrementi significativi della mortalità ad eccezione di Civitavecchia (+58%), anche se il dato si basa su piccoli numeri e a Messina (+26%) ed a Bari (+58%). In quest’ultima città parte dell’incremento osservato potrebbe essere, almeno in parte, attribuibile a modifiche della registrazione dei dati di mortalità”.
Per quanto riguarda le singole città interessate, il rapporto specifica: “In termini di mortalità settimanale, a Brescia l’incremento si osserva a partire dalla settimana del 7-13 marzo soprattutto nella classe di età 85+ anni. A Milano e Genova, l’incremento si osserva a partire dalla settimana del 14-20 marzo nella classe di età 75-84 anni. Un incremento minore della mortalità si osserva anche a Bolzano dal 12 marzo (a carico soprattutto della classe 75-84 anni), a Torino dal 18 marzo, a Verona dal 15 marzo e a Bologna dal 17 marzo. Tra le città del Centro-Sud si osserva un incremento della mortalità giornaliera a Perugia, Civitavecchia, Roma, Messina e Potenza. In particolare la mortalità settimanale evidenzia un incremento a carico della classe di età 75-84 anni a Roma, Perugia e Messina”.