L’inossidabile Regina Elisabetta II incoraggia e sprona i sudditi in uno storico discorso dagli schermi della tv: appena il quarto in 68 anni di regno – al di fuori della tradizione dei messaggi di Natale – dopo quelli tenuti in occasione del primo conflitto in Iraq o dei funerali di Lady Diana e l’ultimo per la scomparsa di sua madre ultracentenaria nel 2002. È un appello “all’autodisciplina” e alla risolutezza di fronte alla più grave avversità che incombe sul suo Regno e sul mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma anche un monito alla consapevolezza della dimensione di un evento, l’emergenza coronavirus, che ha portato e porterà inevitabilmente con sé lutti e “cambiamenti enormi nella vita quotidiana”.
“Vi sto parlando in quello che so essere un momento sempre più impegnativo. Un momento di sconvolgimento nella vita del nostro Paese: un disservizio che ha causato dolore ad alcuni, difficoltà finanziarie a molti ed enormi cambiamenti alla vita quotidiana di tutti noi”, ha detto la Regina. “Vorrei ringraziare tutti coloro che sono in prima linea del servizio sanitario, il personale ospedaliero e chi copre ruoli essenziali per portare avanti il loro compito per sostenerci tutti. Sono certa che la nazione si unirà a me, assicurandovi che ciò che fate è apprezzato e ogni ora del vostro duro lavoro ci porta più vicini al ritorno a tempi più normali. Vorrei ringraziare anche voi che rimanete a casa, aiutando così i più vulnerabili, e risparmiando ad altre famiglie il rischio di perdere altri cari. Insieme stiamo affrontando questa malattia e voglio assicurarvi che se resteremo uniti e determinati, vinceremo questa sfida”.
La Regina rimarca la speranza che “negli anni a venire potremo essere orgogliosi per come avremo risposto alla sfida” e che coloro che “verranno dopo di noi potranno dire che questa generazione di britannici è stata forte come qualunque altra. E che gli attributi d’autodisciplina, calma, determinazione amabile e fratellanza caratterizzino ancora questo Paese. L’orgoglio in chi siamo non fa parte del nostro passato, definisce il nostro presente e il nostro futuro. Il momento in cui il Regno Unito si e’ unito per applaudire il personale sanitario sara’ ricordato come un momento speciale del nostro sentimento nazionale. In tutto il mondo si sono viste storie di persone che si sono unite per aiutarsi l’un l’altra, per sostenere i loro vicini o convertendo imprese per assistere gli altri. So che questi periodi di isolamento sono difficili, le persone stanno scoprendo che questi momenti sono utili per raccogliersi in preghiera, meditare e riflettere”, ha aggiunto Elisabetta, che ha ricordato il suo primo messaggio alla nazione “nel 1940”, quando era ancora principessa e con la sorella “da Windsor” si era rivolta alla nazione. “Molti sentiranno un senso di separazione dai loro cari, ma oggi come allora sappiamo che è la cosa giusta da fare“, ha detto ancora la Regina parlando della necessita’ di mantenere il distanziamento sociale.
“Anche se abbiamo affrontato altre sfide prima, questa è diversa. Questa volta ci uniamo a tutte le nazioni del mondo in una sfida comune, usando i grandi progressi della scienza e la nostra istintiva compassione per guarire. Se restiamo determinati e uniti vinceremo noi. Ce la faremo e questo successo apparterrà a tutti noi. Torneranno giorni migliori. Saremo di nuovo con i nostri amici, saremo di nuovo con le nostre famiglie, ci incontreremo di nuovo”.
Un discorso trasmesso con toni che riflettono l’urgenza del momento in un giorno nel quale i dati fanno segnare nel Regno Unito un nuovo picco di contagi, quasi 6.000 in più in 24 ore, per un totale di 48.406 casi, con una conta di morti totali censiti arrivata quasi a quota 5.000. La Regina si è trasferita al rifugio di Windsor col quasi 99enne consorte Filippo per allontanare nei limiti del possibile l’ombra di un virus già capace di colpire, seppur in forma lieve, tanto l’erede al trono Carlo quanto il premier Boris Johnson, la sua compagna incinta Carrie Symonds e un discreto numero di consiglieri e ministri.