E’ uscito da un laboratorio? E’ di origine naturale? Non ci sono ancora risposte certe a queste domande, sebbene buona parte del mondo scientifico si sia affannata a farci sapere che sull’origine naturale del nuovo Coronavirus, causa dell’epidema di Covid-19 che stiamo vivendo, non si discute. Eppure i punti a sfavore di questa teoria sono diversi, primo fra tutti il fatto che nel SARS-CoV-2, ovvero il nuovo Coronavirus, sono presenti inserti di Hiv. “Non possiamo escludere del tutto che la pandemia sia partita per un errore compiuto in un laboratorio di Wuhan”. Derubricata prima come fake news, la notizia è tornata di nuovo alla ribalta sui tabloid britannici, ovvero nel paese il cui governo pare essere convinto che la pandemia di coronavirus sia stata causata da una fuga del virus da un laboratorio cinese, “nonostante la gran parte degli scienziati continui a dire che il nuovo Coronavirus abbia un’origine naturale e sia stato trasmesso per la prima volta all’uomo da un mercato di animali vivi a Wuhan”. La fuga da un laboratorio di massima sicurezza presente a Wuhan “non è campata in aria”. La rivelazione sarebbe arrivata da un membro del Cobra, il comitato di emergenza guidato da Boris Johnson, che riceve informazioni dettagliate direttamente dai servizi di sicurezza d’oltremanica: “Esiste una visione alternativa credibile sulla natura del virus. Forse non è un caso che quel laboratorio sia proprio a Wuhan. Non è così scontata come coincidenza”, avrebbe dichiarato.
Come si legge sul quotidiano Il Tempo, secondo uno studio citato da Mariano Bizzarri e Alessandro Sansoni, in Cina sono presenti 30 laboratori semi-segreti dove ci si occupa della costruzione di armi biologiche. Questi va aggiunto anche il Wuhan Center, che come abbiamo detto è un laboratorio biologico ad alto contenimento, dove si lavora al contrasto dei rischi dovuti a epidemie naturali, abusi intenzionali e diffusioni accidentali. Il laboratorio in questione è stato realizzato nel 2004 con la collaborazione dei francesi.
Il dubbio è che il virus SARS-CoV-2 sia stato intenzionalmente manipolato. Uno studio di Nature tende ad escludere questa ipotesi, ma non del tutto, proprio perché nel nuovo Coronavirus sono presenti “numerose sostituzioni di amminoacidi rispetto alla Sars per le quali non possiamo al momento proporre spiegazioni ragionevoli”. Questo sommato agli inserti di Hiv di cui abbiamo già parlato, porta a dubitare che il virus, effettivamente, possa non essere del tutto naturale. Il Tempo fa ricorso a diverse fonti e studi che supportano la teoria del laboratorio, concludendo che “è assodato che la Cina da 20 anni si sia lanciata nel settore delle biotecnologie, spesso con effetti disastrosi in mancanza di laboratori di controllo, di esperienza specifica e di protocolli etici adeguati e pertanto non è da escludere a priori la possibilità che nel laboratorio di Wuhan qualcosa sia andato storto”.
Ma perché non possono essere stati dei normali pipistrelli a portare il virus nel mercato? Soprattutto visto che, come scrivono i due scienziati “Le sequenze del genoma dei pazienti erano identiche al 96% o all’89% al coronavirus Bat CoV ZC45 originariamente trovato nel Rhinolophus affinis“. Secondo lo studio, questi pipistrelli si trovano a circa 960 chilometri di distanza dal mercato del pesce di Wuhan e la probabilità che i pipistrelli abbiano compiuto un volo così lungo, dalle province di Yunnan e Zhejiang, è davvero bassa. Come è minima anche la possibilità che l’infezione sia nata dalla tendenza locale di mangiare i pipistrelli.
Gli scienziati, dunque, avevano lanciato immediatamente l’allarme sulla sicurezza del laboratorio creato nel 2017 a Wuhan per studiare alcuni dei patogeni più pericolosi al mondo. Si tratta del primo biolaboratorio di una serie di 5-7 progettati per la massima sicurezza allo scopo di studiare i patogeni più ad alto rischio, tra cui l’ebola e i virus SARS. Tim Trevan, un consulente della biosicurezza del Maryland, ha dichiarato a Nature, poco dopo lo scoppio dell’epidemia in Cina, la sua preoccupazione che la mentalità cinese possa rendere l’istituto poco sicuro, perché “è importante in queste strutture che ognuno si senta libero di parlare e di divulgare informazioni”. In effetti, secondo l’articolo di “Nature” del 2017 il virus SARS era “fuggito” più volte da un laboratorio di Pechino. A preoccupare Trevan era il fatto che i regolamenti per la ricerca sugli animali sono molto più rigidi in Cina che negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali, e dunque le sperimentazioni sono meno costose e i limiti sono inferiori.
Ipotesi, calcoli, supposizioni, dunque, ma tutto supportato da tesi, teorie e dati attraverso i quali è difficile districarsi. Ad oggi ciò che importa è difendersi dal nuovo Coronavirus e il discorso sulle sue origini si potrebbe mettere in secondo piano. Ma se è vero che per combattere e vincere un nemico, è necessario prima conoscerlo, forse sapere qualcosa in più ci potrebbe aiutare a trovare la soluzione, il vaccino, la chiave di volta, utili ad allontanare il pericolo che come un spada di Damocle incombe sulle nostre teste. E sulla nostra vita.