Nemmeno i test sierologici riescono ad individuarli, perché restano ‘dormienti‘ in un certo numero di pazienti, gli anticorpi ‘precoci’ al Covid-19. Ed e’ questa la ragione per cui, come spiega il prof. Giuseppe Lippi, ordinario di biochimica clinica a Verona, “tra il 20 e il 40% di chi contrae il Covid-19 finisce subito in terapia intensiva“. Non essendoci dall’inizio la risposta immunitaria, la malattia progredisce immediatamente allo stadio piu’ avanzato. E’ la conferma – scrive il “Corriere del Veneto” – che arriva dal primo campione di 600 pazienti (300 a Verona, e 300 a Padova) sottoposti in Veneto, assieme al tampone, anche a test sierologici. E’ questo l’esame che va a caccia delle immunglobuline (Igg, a lungo termine, Igm, quelle precoci) che testimoniano lo sviluppo degli anticorpi protettivi nelle persone che hanno gia’ avuto la malattia. Il primo step per arrivare al cosiddetto “patentino” di immunita’. Nei test eseguiti sul campione in Veneto – analogamente a quanto evidenziano gli ultimi studi internazionali, spiega Lippi – il 100% dei soggetti ha mostrato la presenza delle Igg, che si manifestano 15 giorni dopo il contagio; ma solo il 60-80% dei soggetti presentava le Igm, che danno la risposta immediata dell’organismo all’infezione.
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Coronavirus: ecco perché un’alta percentuale di chi si ammala finisce in terapia intensiva
Nemmeno i test sierologici riescono ad individuarli, perché restano 'dormienti' in un certo numero di pazienti, gli anticorpi 'precoci' al Covid-19
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