Coronavirus, l’esperto OMS Ranieri Guerra descrive “il mostro”: “Non cederà, dobbiamo sperare che nel tempo diventi meno aggressivo”

Il Coronavirus fa paura perché "soltanto ora stiamo cominciando a comprendere come funziona. Attacca l'intero sistema, non solo i polmoni"
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Convivere con il Coronavirus “significa cercare un adattamento progressivo con un germe nuovo sperando che nel tempo diventi meno aggressivo. Purtroppo questo è un ospite molto scomodo e non cederà“: lo ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera, Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, componente del comitato tecnico scientifico. Il virus “è molto stabile nella struttura, quindi non incline a cambiare. E’ aggressivo, si diffonde con estrema velocità e ha di fronte un altissimo margine di popolazione suscettibile da infettare. Non sappiamo quanto ha colpito finora e per questo verrà svolta l’indagine con i test rapidi sierologici che forniranno nuovi elementi di valutazione. Risultati a fine maggio“.
Il virus fa paura perché “soltanto ora stiamo cominciando a comprendere come funziona. Siamo passati dall’ipotesi di influenza pesante a una realtà molto diversa. Il virus attacca l’intero sistema, non solo i polmoni, arriva nell’endotelio vascolare, è causa di patologie neurologiche importanti, attacca selettivamente in base a età e sesso. Non abbiamo idea di cosa altro possa causare, lo scopriamo giorno per giorno. E’ un mostro“.
Il problema riguarda anche i modelli matematici di previsione perché lavorano “basandosi su un denominatore fittizio. Il vero denominatore sarà frutto dell’indagine sierologica che darà ai modelli aderenza alla realtà. Scopriremo il vero grado di letalità e perché la Lombardia abbia un tasso tanto elevato“. Secondo Guerra “la Lombardia è vittima non untore, smettiamola di darle addosso, va aiutata e supportata in ogni modo. Secondo messaggio. Probabilmente manca un’indagine molto più accurata sulla genetica del virus. Ora abbiamo possibilità di ricostruire attraverso il sequenziamento l’albero filogenetico: vale a dire come è arrivato in Italia, chi l’ha portato, come si è diffuso. Capire la tempistica è importante. Mi auguro che quando avremo testato 150mila persone potremo tracciare i suoi movimenti“.

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