“Siamo fiduciosi su un’estate aperta, su un turismo italiano e quindi molti alberghi nostri riapriranno ma non apriranno in utile, l’idea è quella di pareggiare i costi perché il turismo italiano i termini di capacità di spesa su certe destinazioni non è paragonabile al turismo straniero”. Ad affermarlo è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca in un’intervista all’Adnkronos. “Alcune aree apriranno prima, altre dopo, e poi un albergatore che lavora sulla stagionalità dovrà considerare se è conveniente, a questo punto aprire solo per luglio e agosto”, sottolinea.
“Non siamo mai stati chiusi per legge, la chiusura non ci è stata imposta da alcun Dpcm ma siamo chiusi per mancanza oggettiva di turisti, italiani e stranieri. Abbiamo fatto accordi in tutte le regioni nelle quali i governatori e i prefetti hanno chiesto migliaia di camere per ospitare sia il personale sanitario e sia chi è stato posto in quarantena”, sottolinea Bocca.
Per gli alberghi non si può parlare ancora di “fase due” ma di “fase quattro o addirittura cinque”. Spiega il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. “Quello che oggi ci lascia sgomenti è il senso di incertezza, – chiarisce – parlo in continuazione con i miei colleghi e tutti mi fanno la stessa domanda: quando? E non si sa e quindi subentra anche una certa demotivazione”. “Un albergo per riaprire ha bisogno anche di un po’ di tempo, – prosegue – innanzitutto deve assumere il personale stagionale e poi trovare i clienti. Un’industria apre se ha già gli ordini nel cassetto, ma noi come facciamo?”. “Da parte del governo mi sembra ci siano idee confuse – aggiunge -c’è troppa gente che parla e che decide, troppi comitati. A un certo punto imprese, governo e sindacati devono assumersi la responsabilità di riaprire questo Paese, sempre in sicurezza e non mettendo a rischio la salute dei cittadini, ma se le fabbriche dei servizi essenziali in Italia non hanno registrato casi di coronavirus significa che le fabbriche sono posti sicuri”.
“E’ arrivato il momento in cui la politica di questo Paese deve dimostrare con fatti concreti e non con messaggi promozionali, se il turismo è importante per il Paese e quindi se davvero investe su questo settore. L’appuntamento è questo”. E’ l’appello di Bernabò Bocca. Un appello che prende lo spunto da un dato “oggettivo” spiega Bocca per il fatto che “il settore più colpito dal coronavirus è il turismo, lo dimostrano tutti gli studi a cominciare da Banca d’italia, ed è il settore che farà più fatica a riprendersi” conclude.