Coronavirus, lo pneumologo: “Il vaccino è lontano, bisogna concentrarsi sulla cura”

"E' l'andamento dei numeri" dei contagi da Covid-19, dei ricoveri in terapia intensiva e delle guarigioni "a determinare se siamo in pace o in guerra"
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“E’ l’andamento dei numeri” dei contagi da Covid-19, dei ricoveri in terapia intensiva e delle guarigioni “a determinare se siamo in pace o in guerra. Adesso non siamo ancora in pace. Pensare che, perche’ c’e’ il sole, la gente possa andare in giro nelle citta’ o possa gia’ ora programmare di andare al mare in Riviera questa estate, per il momento, sono possibilita’ da dimenticare. Così come i ponti per il 25 aprile o il primo maggio. Procediamo con cautela, non facciamoci illusioni. Serve la massima prudenza”.

Lo dice all’ANSA il professor Mario Schiavina, già direttore dell’Unità operativa di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Parlando delle misure per contenere la diffusione del coronavirus, “virus che ha una contagiosita’ eccezionale”, ha detto che “anche quando ci saranno zero positivi e zero morti” occorrerà sempre “un grandissimo controllo” perché “non si sa se ci saranno e dove saranno altri possibili focolai. Tutto può essere ancora sotto traccia ed esplodere alla prima sciocchezza che qualcuno può fare, come assembramenti di persone o avvicinamenti”.

In un momento in cui “il vaccino sembra essere ancora molto lontano“, ora “occorre concentrarsi sulla cura, sulla terapia – aggiunge il professor Schiavina – e non lesinare sulle tac ai pazienti: la fotografia non mente e permette al radiologo di vedere subito lo stadio dell’infezione”. In piena emergenza, conclude, “l’Emilia-Romagna sta reagendo bene. E’ una regione che anche nelle situazioni piu’ difficili, qualsiasi cosa succeda, come per la Strage alla Stazione di Bologna, si comporta molto bene in modo spontaneo. Quello che spontaneamente si e’ organizzato poi va regolato e consolidato”.

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