“La curva continua a decrescere sia come numero di sintomatici che di casi. Il numero di casi e’ in decrescita in tutto il Paese“: lo ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanita’, Silvio Brusaferro, nel corso della presentazione del report epidemiologico sul Coronavirus. Aumenta “il numero delle Regioni con casi limitati“.
“Il valore Rt, o indice di contagiosita’, e’ sotto la soglia di 1 in tutte le Regioni. Questo e’ un dato positivo e conseguenza delle misure adottate“.
Ad oggi in Italia “ci sono ancora 74 Comuni zone rosse in sette Regioni. Questo testimonia la capacita’ di individuare i focolai locali e la tempestivita’ nell’isolarli“.
“Ci sono 6395 casi di individui di nazionalità straniera. La loro curva è uguale a quella dei cittadini italiani. La letalità colpisce purtroppo sempre le età più elevate. Chi ha più tre patologie è una quota che cresce: chi decede è perché ha delle co-morbosità“.
L’84% di chi è morto aveva più malattie, due o tre. I decessi totali sono oltre 25mila.
“Le stime delle scorse settimane ci dicevano che gli asintomatici sono tra il 4 e il 6%, altri lavori stimano il 10% ma gli studi piu’ recenti parlano del 4% circa. Ovviamente in Lombardia il numero sara’ piu’ alto, in altre regioni piu’ basso“.
Il tempo di insorgenza dei sintomi in Lombardia e’ stato di 6,6 giorni in media, ha spiegato Stefano Merler dell’Istituto Bruno Kessler alla conferenza stampa dell’Iss. “I bambini sono meno suscettibili all’infezione del 66%. Lo rileviamo in un lavoro sulla rivista Science“, ha proseguito Merler, illustrando i criteri alla base dello studio Iss sulla fase 2 consegnato al governo. I bambini sono 4 volte meno suscettibili degli anziani al nuovo Coronavirus.
“Solo la riapertura totale delle scuole, di ogni ordine e grado, farebbe risalire il dato R0 sopra la soglia di 1, a 1,3“, ha affermato Stefano Merler. Il dato e’ riferito solo al comparto scuola e quindi non considera gli eventuali contagi fuori dagli istituti, come nei mezzi pubblici ed in famiglia.
Lo studio con le previsioni sulla curva epidemiologica in base alle varie riaperture, fornito al Governo per la fase 2, “e’ basato sui dati, non ci sono errori“, ha sottolineato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanita’ Silvio Brusaferro. “Qualcuno ha detto che abbiamo sbagliato i conti, ma sono giusti – ha spiegato Stefano Merler della fondazione Kessler, che ha collaborato all’elaborazione dei dati – Chi ha criticato ha fatto un calcolo sul rapporto terapie intensive/infezioni, ma si dimenticano dei decessi per covid che non sono entrati in terapia intensiva. Il conto giusto e’ 3-400 in terapia intensiva in quel periodo piu’ i decessi, uguale 13.000, non 1.300 come ha calcolato chi critica lo studio. E sappiamo inoltre che i positivi reali rispetto a quelli noti sono 10-20 volte tanto“.
“Sulla questione asintomatici il dibattito è in corso, a seconda degli studi e delle situazione la loro percentuale cambia. Ai fini della trasmissione del virus quelli che valgono sono gli asintomatici e i presintomatici: si calcola che il 10% di tutte le trasmissioni sia dovuto a chi non ha sintomi“: lo ha spiegato Gianni Rezza dell’Iss nel corso della conferenza stampa sulla situazione epidemiologica. “Questo va a favore dei tamponi ai soggetti a contatto stretto, e delle mascherine. Ma deve essere chiaro che la misura principe resta il distanziamento sociale“.
Il 30% dei casi di Coronavirus nel nostro Paese sono pazienti asintomatici o con pochi sintomi.
Sono 13,9% gli asintomatici, 15% i sintomatici non specificati, 16,2% i paucisintomatici, 35,9% i malati in forma lieve, 17,2% quelli in forma severa, 1,9% in condizioni critiche. Quanto alle differenze di genere, si conferma il “sorpasso” delle donne: sono il 52,8% del totale dei casi.