La pandemia di coronavirus sta mettendo in ginocchio il mondo, seminando morte e mettendo sotto grande pressione gli ospedali. La comunità scientifica corre per trovare una cura efficace contro la malattia: non solo vecchi farmaci, ma anche soluzioni specifiche pensate per il COVID-19 e anche studi sui vaccini. Mettere a punto nuove terapie richiede tempi più o meno lunghi ed è per questo che si punta anche su farmaci riposizionati e su terapie esistenti in grado di garantire un miglioramento delle condizioni dei pazienti contagiati.
Tra queste, vi è anche l’ozonoterapia, che potrebbe aiutare i malati a sconfiggere la malattia. Si tratta di un metodo di cura già utilizzato con successo per la Sars nel 2002. La terapia scoperta dal medico bergamasco Marianno Franzini, presidente della Società scientifica di ossigeno-ozono terapia (Sioot), a fine marzo ha ricevuto il via libera dall’Istituto superiore di sanità. Stando a quanto affermato dallo stesso Franzini, l’ozono aiuterebbe a stimolare l’efficacia dei farmaci somministrati, migliorando quindi le possibilità di guarigione dei malati.
“L’ozonoterapia blocca la replicazione del virus nel caso di una virosi – spiega il professor Franzini -. Basta una prova di mezz’ora e vedremo che è efficace anche sul coronavirus, che non è un virus particolarmente aggressivo”. Per utilizzare questa nuova tecnica bastano macchinari a basso costo, utilizzabili da più pazienti. “Sono già una decina gli ospedali lombardi, piemontesi e dell’Emilia Romagna con cui siamo in contatto – spiega Franzini -. È una terapia che può portare risultati immediati e che libererebbe posti letto“.
Il Dott. Simonetti, Dott. Vaiano, Prof. Ricevuti, Prof. Valdenassi e Prof. Franzini, medici SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia), affermano: “I pazienti cronici e anziani che si sottopongono ad ozonoterapia sono più resistenti alle infezioni. È già stato ampiamente dimostrato che l’ozono, normalmente prodotto dai nostri globuli bianchi, svolge contemporaneamente un’azione antinfiammatoria, antibatterica e virustatica; aumenta l’attività mitocondriale, migliora la funzionalità del microcircolo e l’ossigenazione tissutale. Grazie alle sue attività biochimiche, incrementa la produzione di ATP (Adenosintrifosfato) ovvero il trasportatore universale di energia metabolica. La produzione di energia (ATP) necessaria all’organismo è assicurata dall’ossidazione cellulare. Non è alternativo all’uso dei farmaci, anzi è un potenziatore del farmaco. Tutto ciò senza lasciare tracce in ambiente. Circa 3 mila pubblicazioni scientifiche censite da PubMed documentano questi effetti. La molteplicità degli effetti benefici dell’ozonoterapia e l’assenza di effetti collaterali ci hanno indotto a lanciare questo appello”.
“L’ozono uccide gli organismi parassitari per lisi cellulare attaccandone con meccanismo ossidativo le membrane protettive, senza lasciare residui chimici. I virus prima vengono inattivati e poi fisicamente distrutti. Le persone colpite da influenza, nell’eventualità di difficoltà respiratorie, febbre e polmonite, dovrebbero al più presto essere trattate quotidianamente secondo il protocollo SIOOT di ossigeno ozono, senza interrompere le terapie in atto. La previsione di trattamento delle polmoniti va da un minimo di 4 a un massimo di 8 giorni. È necessario igienizzare gli ambienti tramite l’immissione nell’aria di dosi di ozono. Se non vi è presenza di persone, le dosi devono essere più alte e immesse per un breve periodo di tempo. In presenza di pazienti, le dosi di ozono devono essere più basse e prolungate. Inoltre si riduce il rischio di contaminazione operando attraverso la sterilizzazione delle merci in ingresso e in uscita, nonché procedendo con la sanificazione di ambienti ad alta affluenza (quali aeroporti, stazione e uffici)”, proseguono gli esperti SIOOT.
“Sinora non è stato osservato nessun batterio o virus resistente all’ozono SIOOT. Sono già stati pubblicati lavori che dimostrano l’effetto battericida e virustatico dell’ozono. Se l’ozono fosse utilizzato, sia per disinfettare gli ambienti sia per curare i pazienti, almeno nei centri di rianimazione e negli ospedali per malattie infettive, potrebbe essere ridotta notevolmente la mortalità per infezioni, contribuendo anche alla riduzione dell’antibiotico resistenza, vera minaccia per l’umanità”, concludono i medici SIOOT.
Nella lettera inviata alla SIOOT, con cui la Segreteria scientifica del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità autorizza l’uso dell’ozonoterapia per il trattamento delle persone contagiate dal nuovo coronavirus, si legge: “I dati effettivamente disponibili rispetto all’indicazione proposta consistono essenzialmente nella dimostrazione dell’efficacia dell’ozono nell’uccidere il virus SARS in cellule di scimmia, e nell’esperienza clinica del beneficio riscontrato in pazienti affetti da broncopolmonite”. Dopo aver valutato possibili approfondimenti, la lettera firmata dal dott. Luigi Bertinato, Responsabile della Segreteria Scientifica del Presidente, afferma che dal momento che la proposta di utilizzare l’ossigeno ozono “è supportata da centri clinici esperti nel trattamento delle polmoniti virali, l’Istituto Superiore di Sanità ritiene opportuno che il trattamento stesso possa essere effettuato, previa acquisizione del consenso informato del paziente, da medici con specifica esperienza e con la disponibilità di opportuna strumentazione, come dettagliatamente descritto nel protocollo stesso”.
In passato, anche il Consiglio Superiore di Sanità si era occupato di raccogliere elementi conoscitivi sulla problematica connessa all’uso dell’ossigeno-ozono terapia. In una missiva del Ministero della Sanità – inviata agli Assessori regionali e provinciali alla Sanità, al comando dei Carabinieri N.A.S. di Roma e ai Commissari di Governo presso le Regioni e le Province – è scritto che “Il Consiglio Superiore di Sanità, nella seduta del 23 luglio 1992, ha effettuato un riesame della letteratura nazionale ed internazionale in materia e, in particolare, di alcuni dei più recenti lavori scientifici apparsi su riviste accessibili mediante Medline”. Nella missiva si ribadisce che “è stata accertata l’attività antibatterica ed antivirale del trattamento con ossigeno ozono nei riguardi del sangue utilizzato per trasfusione e degli emoderivati”.
Nella richiesta di autorizzazione per utilizzare l’ossigeno-ozonoterapia, la SIOOT aveva ricordato che:
- Secondo i risultati di un esperimento condotto in Cina nel laboratorio nazionale P3 guidato dal professor Li Zelin, l’ozono si è dimostrato efficace nell’uccidere il virus SARS inoculato su cellule renali di scimmia verde, realizzando un tasso di uccisione del 99,22%.
- Il virus scoperto a Wuhan e il virus SARS appartengono entrambi al ceppo dei coronavirus. I ricercatori hanno scoperto che il Covid-19 è simile per l’80% al virus della SARS. È quindi ragionevole prevedere che l’ozono possa essere ugualmente efficace nella prevenzione e nel controllo del nuovo coronavirus.
- I medici della SIOOT hanno trattato con Ossigeno Ozono Terapia SIOOT molti pazienti affetti da broncopolmonite. I risultati della ozonoterapia sono stati ottimi. Si è ridotta la durata della malattia e si è evidenziato nei pazienti un pronto recupero dell’ipossiemia e del quadro radiologico. Inoltre la pratica con ossigeno ozono proposta dalla SIOOT non è incompatibile con altre terapie farmacologiche.
Il Policlinico Umberto I ha già iniziato a sperimentare l’ozonoterapia per provare a migliorare la respirazione di chi è affetto da Covid-19. “Il protocollo è stato approvato e stiamo reclutando oggi il primo caso”, ha fatto sapere l’1 aprile all’agenzia Dire il dottor Francesco Pugliese, direttore della UOC di Anestesia e Rianimazione B al Policlinico Umberto I di Roma, interpellato sul tema. “Dalla Cina sull’ozonoterapia, in alcuni casi, sono arrivati dati disordinati- ha proseguito Pugliese– ma sicuramente ci sono dei segnali positivi. Noi ora andiamo con i piedi di piombo, perché non abbiamo la pretesa di dire che abbiamo trovato una terapia efficace. Vogliamo verificarla ed eventualmente validarla”.