Al Policlinico San Matteo di Pavia è in corso la validazione di test rapidi, soprattutto di tipo sierologico, che verificano la presenza di anticorpi sviluppati dopo aver contratto il Coronavirus. Le aziende che li producono e mettono in commercio proponendoli agli ospedali e ai laboratori privati sono diverse, ma ciò che ancora manca è la validazione scientifica su larga scala della loro efficacia. Alcuni dei produttori di test sono anche esteri, in particolare cinesi. Secondo quanto apprende l’AGI molti di questi test sono già passati al vaglio della direzione sanitaria del grande ospedale pavese, tra i nosocomi capofila nella lotta all’epidemia e anche nella sperimentazione di nuove cure.
I medici li hanno provati su un un campione statisticamente rilevante di ex positivi, ormai dimessi dall’ospedale. Il risultato è stato preoccupante: su circa trenta persone che sicuramente avevano contratto il virus e superato la malattia, e avrebbero quindi dovuto sviluppare gli anticorpi, almeno uno di questi test rapidi ha dato un risultato pericoloso: l’82% di falsi negativi. Per questo motivo la Regione Lombardia ha frenato gli impulsi di alcuni laboratori analisi, anche privati, che hanno sponsorizzato il test ancora prima di avere la validazione. Il rischio altissimo del falso negativo, infatti, è che la persona che riceve l’attestazione possa illudersi di essere immune al virus e quindi potenzialmente contagiare ancora gli altri.