Coronavirus, runner pestato a sangue a Padova: “clima da caccia alle streghe”

Coronavirus, deprecabile episodio di intolleranza in provincia di Padova: runner pestato a sangue
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La caccia alle streghe è iniziata da tempo. La rabbia sociale monta nell’Italia del lockdown più rigido al mondo, e la popolazione costretta a vivere da 40 giorni reclusa agli arresti domiciliari mostra sempre più evidenti segnali di insofferenza e frustrazione. Dopo l’aggressione subita nei giorni scorsi da una mamma che portava il bimbo autistico a passeggio sul lungomare di Cannitello (Reggio Calabria), venerdì sera è stato pestato a sangue un runner di Sant’Agostino di Albignasego (Padova), che stava semplicemente correndo con il suo cagnolino nelle vicinanze della propria abitazione, come consentito da tutti i decreti nazionali e locali. L’uomo, 50 anni, è stato aggredito brutalmente da due vicini di casa che gli hanno rotto il naso, l’orbita dell’occhio destro e provocato numerosi ematomi al tronco e agli arti. La prognosi è di 30 giorni.

Sono sconvolto – ha riportato il malcapitato al Mattino di Padova – pensavo di vivere in quartiere tranquillo e scopro che invece c’è tanta violenza e ferocia, gesti inauditi e inspiegabili. Stavo correndo e avevo una felpa intorno al collo pronto ad alzarla sul viso se avessi incrociato qualcuno. In linea d’aria ero ad un centinaio di metri da casa. Non c’era anima viva, ero solo con il mio cagnolino.”

Ma i due vicini, padre e figlio, l’hanno visto e hanno iniziato ad insultarlo perché non indossava la mascherina. A quel punto il cane si sarebbe fermato così come di conseguenza il runner  che ha iniziato a rispondere ai due uomini, dicendo che loro erano ad esempio senza guanti. La parole, sempre più pesanti, non sono bastate e si è passato purtroppo ai fatti.

Mi sono saltati addosso facendomi cadere a terra, il figlio non aveva la mascherina, mi hanno fatto cadere a terra. Il padre mi teneva a terra con le ginocchia sopra la mia schiena, mentre il figlio mi tirava pugni in faccia e sulla testa. Non riuscivo a spostarmi e a liberarmi, sono andati avanti così almeno un quarto d’ora, sentivo che sanguinavo ovunque, dal naso e in generale da tutto il viso”.

Convinti di aver salvato il mondo dall’epidemia, i due aggressori hanno addirittura chiamato i Carabinieri chiedendogli di multare il malcapitato ferito e sanguinante.

Si tratta dell’ennesimo episodio inaccettabile provocato dal clima di odio e tensione alimentato dalle stringenti misure adottate del Governo, assolutamente esagerate e spropositate per combattere il Coronavirus, e in molti casi rese ancor più dure da amministratori locali che per aumentare il loro consenso si sono travestiti da sceriffi portando la gente a considerare “untore” e “criminale” chiunque esca da casa, anche se ne ha validi motivi e rispetta le leggi. Una situazione inaccettabile a cui bisogna porre argine al più presto.

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