Nessuno danno a cose o persone, fortunatamente, ma forse non è una casualità. Abbiamo chiesto al prof. Antonio Moretti, geologo dell’Università dell’Aquila, quali possono essere le cause dello sciame sismico che sta interessando la Calabria da diverse ore, e in particolare la zona del crotonese (per approfondire: Sciame sismico in Calabria: scosse di terremoto avvertite a Crotone [DATI e MAPPE]). Il geologo ci ha spiegato che aveva analizzato “le sequenze del crotonese con Ignazio Guerra al Laboratorio di Sismologia Unical ad Arcavacata una ventina di anni fa, ma non avevamo trovato nessuna evidenza di strutture in grado di dare grandi terremoti, con qualche dubbio sull’evento del 1832 a Cutro“.
La zona, dunque, sebbene con una sismicità frequente e importante, potrebbe non essere così pericolosa come sembra, quanto meno dal punto di vista della potenza di un eventuale terremoto. “La struttura veramente pericolosa è la faglia del Marchesato, che va lungo il bordo silano da Petilia fino a Verzino, ma al momento tace. A questo proposito semmai mi preoccupano più le scossette 30km sotto Casabona, ma al momento è presto per dare un’indicazione”, precisa l’esperto.
Sulla zona del crotonese dove si sono verificate le ultime scosse, in particolare, Moretti precisa che l’area “sta su di un pacco di argille molto spesso che smorza le onde sismiche, e te lo dimostra il fatto che lo abbiano sentito meglio a Santa Severina che non sulla costa. Considerando anche che è piuttosto profondo (20km) e che anche in caso di magnitudo maggiori le eventuali onde sismiche arriverebbero a Crotone attenuate, non credo che ci sia rischio di danni gravi” conclude il geologo.