Come se non bastasse l’emergenza coronavirus, una forte scossa di terremoto ha fatto tremare parte degli Stati Uniti nella notte italiana. Secondo i dati dell’Istituto geofisico statunitense (USGS), alle 01:52 italiane in Idaho, si è verificato un terremoto di magnitudo 6.5, localizzato a 72 chilometri a ovest di Challis, a nord della capitale Boise. Alla prima scossa ne sono seguite numerose altre, tra cui repliche di magnitudo 4.6 e 4.4. Oltre 2 milioni di persone vivono nell’area che ha potuto avvertire la scossa. Secondo l’USGS, il sisma è stato avvertito fino a Helena (Montana), Spokane (Washington) e Salt Lake City (Utah), colpita da un altro potente terremoto il 18 marzo scorso.
“Sembrava un’onda che attraversava il suolo, quindi ho capito subito cosa fosse”, ha detto Marcus Smith, coordinatore dell’unità di pronto soccorso del St. Luke’s Wood River Medical Center, ospedale a 104km dall’epicentro. La struttura è in prima linea nell’epidemia di coronavirus in Idaho, in un’area con i più alti tassi pro capite di casi confermati di COVID-19 al di fuori di New York City e delle sue contee circostanti. “Ho sentito il boato e all’inizio sembrava il vento ma poi il boato è stato tremendo. Ha tremato l’intera casa e ho iniziato ad avere paura”, ha dichiarato Brett Woolley, spiegando di aver udito il terremoto prima di avvertirlo.
Quello di stanotte è stato il terremoto più forte in Idaho dal 1983, quando si è verificato il peggior disastro naturale di questo tipo nello stato. Allora un terremoto di magnitudo 6.9 ha colpito Borah Peak, uccidendo due bambini che stavano andando a scuole e provocando danni per 12,5 milioni di dollari, secondo l’Idaho Geological Survey. Secondo Lucy Jones, sismologa della Caltech e fondatrice del Dr. Lucy Jones Center for Science and Seismology, l’area dell’Idaho ha un terremoto di queste dimensioni ogni 30-40 anni.
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