L’azzeramento della spesa turistica ha avuto un impatto economico devastante con una perdita stimata in quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping dall’inizio della pandemia di Coronavirus in Italia. E’ quanto emerge da una anali della Coldiretti in riferimento all’importante invito del premier Giuseppe Conte a passare le vacanze in Italia per aiutare il Paese a ripartire nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus. A pagare il conto più salato è l’alimentare con il cibo che – sottolinea la Coldiretti – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa 1/3 della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Lo dimostrano – precisa la Coldiretti – le difficoltà della ristorazione a ripartire nonostante la fine del lockdown per effetto della mancanza di quasi 81 milioni di presenze turistiche, italiane e straniere, nell’ultimo trimestre.
Il cibo – rileva la Coldiretti – è il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy che può contare sul primato dell’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5056 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
Si tratta di primati che dimostrano l’immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui ripresa – precisa la Coldiretti – dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale futuro.
“In questo contesto l’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy nella fase 2 perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare affollamento” ha affermato Diego Scaramuzza presidente di Terranostra nel precisare che “in quasi 2 comuni italiani su tre sono presenti strutture agrituristiche con una netta prevalenza dei piccoli comuni dove nasce il 92% delle tipicità agroalimentari Made in Italy. Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche – conclude Scaramuzza – evitare il pericoloso rischio di affollamenti in città, in montagna o al mare”.
L’Italia è leader mondiale nel turismo rurale con 24mila strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola in grado di offrire 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola deserti per un totale di 14 milioni di presenze lo scorso anno, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat.