Coronavirus, a Milano parchi e Navigli pieni di gente: per l’infettivologo Galli “se non passa la cultura della responsabilità saranno guai”

"Se non passa la cultura della responsabilità passeremo dei guai", ha affermato l'infettivologo Galli, commentando le immagini dei Navigli pieni di persone
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A Milano, dove si registrano 8.766 contagi censiti in città e quasi 21mila a livello provinciale, l’impressione è che nelle scorse settimane non sia davvero accaduto nulla. Parchi e Navigli sono pieni di gente, e le mascherine sono poche e spesso abbassate sul collo.
Questa mattina è lo stesso professor Massimo Galli, primario di Malattie infettive del Sacco di Milano, a lanciare l’allarme in un’intervista a Repubblica, sottolineando che nel capoluogo troppi infetti sono già usciti di casa: la situazione di Milanoè un po’ una bomba, appunto perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia, abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. E’ evidente che sono necessari maggiori controlli. Mi chiedo perché da noi ci sia stato un atteggiamento quasi forcaiolo nei confronti dell’uso dei test rapido, il ‘pungidito’, che poteva comunque essere utile“. “Che con la riapertura  si possano presentare dei problemi è un dato di fatto“, la Lombardiarischia di richiudere ma anche certe zone del Piemonte o dell’Emilia. Del resto si è deciso che se qualcosa va storto si torna indietro. Speriamo di no, comunque. Questo è il momento dell’estrema attenzione e responsabilità“.

navigli milanoAlcuni hanno interpretato l’ingresso nella Fase 2 come un liberi tutti. E’ un segnale di grande pericolosità, perché dovrebbe invece prevalere la cultura della responsabilità per limitare al massimo i danni“.

Se non passa la cultura della responsabilità passeremo dei guai“, ha affermato Galli in collegamento con Agorà su Rai3, commentando le immagini dei Navigli pieni di persone. “E’ la cronaca di un evento annunciato dopo tutto questo periodo di compressione evidentemente si apre uno spiraglio e diventa una breccia speriamo che non cada la diga. Ma dico speriamo“.

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