Gli anticorpi presenti nel sangue donato dalle persone guarite e le iperimmunoglobuline stanno diventando i trattamenti di scelta contro il Covid-19, si legge in un articolo pubblicato sulla rivista Nature. Un gruppo di ricercatori americani ha dato inizio ad un impegno nazionale per incoraggiare i guariti a donare il plasma, che potrà essere utilizzato per curare i pazienti nel Paese. Ad aprile, il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Regno Unito ha lanciato un programma nei suoi 23 principali centri trasfusionali per raccogliere il plasma dei convalescenti per condurre test in trial clinici. Allo stesso tempo, un gruppo di operatori del settore si è riunito per sviluppare un prodotto anticorpale policlonale senza marchio: la globulina iperimmune (H-Ig) purificata dal plasma dei donatori guariti.
Poi, c’è ancora una collaborazione tra SAb Biotherapeutics, CSL Behring e la US Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) per introdurre cromosomi artificiali nei bovini al fine di produrre anticorpi umani e un tentativo di GigaGen di introdurre una “raccolta” di anticorpi contro il SARS-CoV-2 nella linea cellulare di un mammifero. L’obiettivo è aumentare la produzione di anticorpi policlonali per produrre cocktail di trattamenti diretti contro il coronavirus che causa il Covid-19. Ma come qualsiasi altra risposta alla pandemia, aumentare questi sforzi fino al punto in cui possano avere un impatto significativo e immediato presenta una complessa serie di problemi.
La Johns Hopkins University è uno dei centri che pianifica di avviare un Prevention Trial per valutare se il plasma dei convalescenti può conferire un’immunità passiva ai pazienti che lo ricevono. “Gli anticorpi funzionano meglio sempre come profilassi o nelle prime fasi”, spiega Casadevall. Ma i primi rapporti dalla Cina suggeriscono che la terapia potrebbe funzionare anche durante le fasi successive della malattia, quando c’è già la sindrome da distress respiratorio acuto. Durante l’epidemia di SARS del 2002-2004, i pazienti che hanno ricevuto il plasma dei convalescenti entro due settimane hanno sperimentato risultati di gran lunga migliori rispetto a coloro che lo avevano ricevuto dopo.
Inevitabilmente l’utilizzo di H-Ig e plasma si sovrapporrà. “Crediamo assolutamente che ci sia spazio per entrambi. Il plasma dei convalescenti ha più immediatezza. Il nostro avrà bisogno di un po’ di tempo per la produzione”, ha detto Bill Mezzanotte, direttore di ricerca e sviluppo della CSL Behring. Prima della formazione dell’alleanza, Takeda puntava ad avere l’H-Ig disponibile in 9-18 mesi, ma con l’alleanza, si spera di anticipare i tempi.
La preparazione anticorpale finale è altamente purificata per minimizzare la presenza di qualsiasi materiale bovino e il processo di produzione è altamente efficiente. Gli animali adulti producono fino a 45 litri al mese e una produzione di anticorpi fino a 25 grammi al litro. Proseguendo negli studi su qualche centinaio di animali, SAb prevede di avviare i trial all’inizio dell’estate.
Il sistema di produzione di immunoglobuline policlonali ricombinanti di GigaGen è ancora ad una fase di sviluppo iniziale. Prevede l’acquisizione su un piattaforma microfluidica delle complete popolazioni di cellule B di 5-10 persone che sono guarite dal Covid-19 e hanno organizzato una robusta reazione immunitaria al virus. Gli associati geni che codificano gli anticorpi sono poi trasferiti in una linea cellulare di mammifero. Il risultante gruppo policlonale di cellule che producono anticorpi dà origine ad un prodotto altamente diversificato e potente, che contiene molte migliaia di immunoglobuline policlonali. Ma come detto, il progetto è ancora alle fasi iniziali.
C’è stato un ritardo tra la comparsa della pandemia e l’abilità della comunità scientifica di reagire, ma ora gli sforzi globali per combattere il Covid-19 dovranno continuare ancora per molto.