Coronavirus, Renzi: “Non siamo al sicuro ma bisogna ripartire, c’è un pezzo d’Italia che rischia di morire di fame, si rischia una carneficina economica”

"E' evidente che non siamo totalmente al sicuro, ma bisogna essere capaci di tenere sulla bilancia i due opposti interessi", ha affermato Renzi
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Un mese e mezzo fa ho detto, inascoltato: iniziamo a riaprire, con regole chiare. Ora la frittata e’ fatta, cerchiamo di dare tutti una mano”. Lo ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a Dritto e Rovescio, su Rete 4. “Sono stato il primo a dire riapriamo – ha spiegato – Se hai mascherine, gel e tutto in regola allora apri. L’ho detto il 27 marzo, sono stato il primo, perche’ non bisogna dimenticare i morti e il disastro, ma se non muore di coronavirus un pezzo di Italia rischia di morire di fame. Chi e’ garantito non ha il problema di mettere insieme il pasto con la cena, c’e’ poi una fetta di italiani che e’ disperata. C’e’ una massa di persone non garantite che non fanno notizia ma sono fondamentali per la nostra economia”.

“Di fronte a 30 mila morti, bisogna essere chiari. E’ evidente che non siamo totalmente al sicuro, piaccia o non piaccia questo virus finche’ non avra’ il vaccino non sara’ debellato, ma bisogna essere capaci di tenere sulla bilancia i due opposti interessi. Oggi i posti in terapia intensiva sono raddoppiati e le persone che sono in terapia intensiva sono 1300. Cosa vuole dire? Che bisogna ripartire. In autunno saremo al 170% di debito Pil, e la disoccupazione sara’ al 15%. Si rischia una carneficina economica. Non continuiamo a dire dei no, altrimenti la burocrazia ci ammazza. Il ponte di Genova ci dimostra che lo spazio per uscire c’e’” ha aggiunto.

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