Azione contro la Fame, in occasione della Giornata mondiale per il lavaggio delle mani, ribadisce che, per combattere la malnutrizione e tutte le epidemie, occorra garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita e, allo stesso tempo, promuovere una “nuova cultura” capace di garantire una igiene adeguata.
Va, infatti, ricordato che la malnutrizione, per 1 bambino su 2, sia collegata ancora oggi alle cosiddette “malattie dell’acqua” e che il 27% delle patologie nei bambini di età inferiore a 5 anni (polmonite, malaria, diarrea) continui ad essere causato dallo scarso accesso a fonti idriche sicure e all’igiene e, quindi, dalla impossibilità di lavare le mani in modo corretto.
Sono, del resto, 3 miliardi le persone che, nel mondo, non dispongono di servizi per il lavaggio delle mani, con acqua e sapone, a casa. Diventa, così, importante promuovere, con più decisione, iniziative legate alla condivisione delle regole basilari in tema di igiene e lavaggio delle mani. Una indagine condotta dall’organizzazione in Pakistan, d’altra parte, lo ha dimostrato: nei bambini con meno di 5 anni di età sottoposti a una educazione al corretto lavaggio delle mani, l’incidenza della polmonite è inferiore del 50%.
Per questa ragione, le azioni in tema “WASH” (water, sanitation, hygiene) continuano a rappresentare una parte fondamentale del lavoro dell’organizzazione: quasi la metà di tutti i progetti (43,6%) include attività di questo tipo. Lo scorso anno, Azione contro al Fame ha supportato quasi 9 milioni di persone con programmi di acqua e igiene, il 42% in più rispetto all’anno precedente. Questa crescita è stata trainata principalmente dalle attività promosse in Paesi come il Pakistan (+ 97,6%), il Kenya (+ 97,5%), i Territori Palestinesi (+ 80,8%) e l’Indonesia (+ 73,4%). Tali attività includono l’installazione di punti di accesso all’acqua, la realizzione di servizi igienici e la distribuzione di kit igienici.