Il ritorno sulla scena pubblica del leader nordcoreano Kim Jong Un ha messo fine alle speculazioni circolate nelle ultime settimane sulla sua salute, ma non dissipa i dubbi sul futuro dell’ultimo Paese blindato al mondo. “Nessuno sa chi controllerà la Corea del Nord, o le sue armi nucleari, se dovesse morire“, scrive oggi il New York Times, sottolineando come dal regime di Pyongyang non sia arrivata ancora nessuna spiegazione sulla ‘scomparsa’ del leader per 20 giorni. Ieri Kim, secondo gli organi di propaganda nordcoreani, è intervenuto all’inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti nella città di Sunchon, circa 50 chilometri a nord della capitale. All’evento vi hanno preso parte, tra gli altri, sua sorella, la potente Kim Yo Jong, il vice presidente del Comitato centrale del Partito, Pak Pong-ju, e il premier Kim Jae-ryong.
Un evento che ha messo a tacere le voci sul dittatore, sottolinea il New York Times, evidenziando come l’attenzione della stampa internazionale sulle sorti di Kim e sul futuro della Corea del Nord “abbia dimostrato ancora una volta quanto sappia poco il mondo su cosa stia succedendo nel Paese dotato di armi nucleari, e quanto sia vulnerabile alla disinformazione“. “Sembra ci siano pochi dubbi ora sul fatto che Kim sia vivo e vegeto” ha proseguito il quotidiano statunitense, evidenziando come il governo sudcoreano – il quale nei giorni scorsi ha ripetutamente ribadito che “nulla di insolito” stesse accadendo nel Nord – abbia criticato duramente la stampa per gli articoli che suggerivano che Kim fosse in pericolo o addirittura morto. Tuttavia, evidenzia il Nyt, il ‘ritorno’ di Kim non è accompagnato da alcuna spiegazione sulla sua assenza dalla scena pubblica per tre settimane. KIM non ha partecipato anche alla cerimonia il 15 aprile per l’anniversario della nascita di suo nonno KIM Il-sung, il fondatore della Corea del Nord.
Queste speculazioni, insiste il Nyt, hanno riacceso i riflettori su un “fatto allarmante” ovvero che “il mondo semplicemente non sa cosa accadrebbe in Corea del Nord e al suo arsenale nucleare se dovesse improvvisamente morire o diventare incapace“. A differenza di suo nonno e suo padre, Kim Jong-il, Kim infatti non ha al momento alcun erede designato. “Si dice che abbia tre figli, troppo giovani per governare“, rimarca il quotidiano, mentre “c’è scetticismo” sul fatto che gli esponenti del regime possano accettare che a succedergli sia sua sorella minore. Secondo diversi analisti, se Kim dovesse improvvisamente morire, le decine di testate nucleari del paese – così come le armi chimiche e biologiche, le armi convenzionali e un esercito di 1,2 milioni di soldati – finirebbero al centro di una disordinata e spietata lotta per il potere. Una delle lezioni più importanti delle ultime settimane è che “il mondo è in gran parte impreparato all’instabilità in Corea del Nord“, ha spiegato Leif-Eric Easley, professore di studi internazionali all’Università Ewha Womans di Seoul. “La combinazione di armi nucleari senza controllo e conflitti politici è uno scenario da incubo per il mondo“, ha commentato Danny Russel, vicepresidente dell’Asia Society Policy Institute.