Finisce su “Nature” il caso di Vo’ Euganeo, comune padovano colpito dall’epidemia di Coronavirus, diventato un laboratorio a cielo aperto per lo studio del Sars-CoV-2.
Lo studio, condotto tra gli altri da Andrea Crisanti, indica innanzitutto che oltre il 40% delle infezioni da Covid-19 sono asintomatiche.
Inoltre, non risultano differenze significative di carica virale tra sintomatici e asintomatici, suggerendo la potenziale contagiosità anche di chi contrae il virus con scarsi sintomi o nessuno.
Infine, i bambini si confermano in qualche modo ‘resistenti’ all’infezione, anche se vivono accanto a familiari che si sono ammalati.
“Suppression of a Sars-CoV-2 outbreak in the Italian municipality of Vo” è il titolo dell’articolo firmato da Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova e del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’azienda ospedale/università di Padova, e da Ilaria Dorigatti del Mrc Centre for Global Infectious Disease Analysis dell’Imperial College di Londra, Gb.
Il lavoro, spiegano gli autori, “fa luce sulla frequenza dell’infezione asintomatica da Sars-CoV-2” e sulla “relativa infettività (misurata dalla carica virale), e fornisce nuovi spunti sulla sua dinamica di trasmissione e sull’efficacia delle misure di controllo messe in atto nel cluster di Vo’: il monitoraggio dell’infezione con tamponi esteso a tutta la popolazione, l’isolamento domiciliare per i positivi (inclusi asintomatici o paucisintomatici), il distanziamento sociale e l’uso di dispositivi di protezione individuale sono risultati altamente efficaci nel sopprimere la trasmissione di Sars-CoV-2“.
Vengono raccolte informazioni sulla demografia, la presentazione clinica, il ricovero ospedaliero, la rete di contatti e la presenza dell’infezione, effettuando tamponi nasofaringei sull’85,9% e sul 71,5% della popolazione di Vo’ in due punti temporali consecutivi.
“La prima indagine, condotta all’inizio dell’isolamento della città – spiega Crisanti – rivela una prevalenza di infezione del 2,6% (intervallo di confidenza-Ci del 95%, 2,1-3,3%). La seconda indagine, eseguita alla fine del blocco, evidenza una prevalenza dell’1,2% (95% Ci, 0,8-1,8%). In particolare, il 42,5% (95% Ci, 31,5-54,6%) delle infezioni confermate da Sars-CoV-2 e identificate nelle due indagini sono asintomatiche, ovvero non presentano sintomi al momento del test con tampone, né li hanno sviluppati in seguito. L’intervallo seriale medio è di 7,2 giorni (95% Ci, 5,9-9,6)“. “Particolarmente interessante” secondo l’esperto “è ciò che emerge dallo studio sull’infezione da Covid-19 nei bambini“, che “sembrano ammalarsi di meno e con pochi sintomi, dimostrando una certa resistenza al virus. A Vo’, su un campione di 234 bambini da 1 a 10 anni, nessuno è risultato positivo al tampone, anche se spesso hanno convissuto con genitori infetti“. Ma il “dato chiave” per gli autori è questo: “Lo studio mostra come non si rilevi alcuna differenza statisticamente significativa nella carica virale delle infezioni sintomatiche rispetto a quelle asintomatiche (valori p 0,62 e 0,74 per i geni E e RdRp, rispettivamente, secondo il test Exact Wilcoxon-Mann-Whitney). Questo risultato implica che, potenzialmente, anche le infezioni asintomatiche o paucisintomatiche potrebbero contribuire alla trasmissione di Sars-CoV-2“.
“Questo lavoro mette in risalto l’efficacia delle strategie di contenimento messe in atto a partire dall’identificazione del primo paziente positivo al Sars CoV-2 residente nella piccola comunità di Vo’. Dal punto di vista tecnico tutto questo è stato possibile utilizzando le più moderne e avanzate tecnologie diagnostiche che ci sono state messe a disposizione, ma anche grazie al lavoro di figure professionali con competenze diverse: dall’infermiere al segretario, dal tecnico al biologo, al medico. Senza dimenticare la massiva partecipazione della popolazione di Vo’ che ci farà capire molto su questo virus la sua trasmissione e come poterci difendersi nel prossimo futuro,” afferma Elisa Franchin del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, prima co-autrice dello studio.
“Lo studio di Vo’ ha dimostrato che identificare precocemente clusters di infezioni e intervenire in maniera tempestiva con l’isolamento dei casi infetti sono strategie in grado di sopprimere la trasmissione e bloccare sul nascere un’epidemia – Questo risultato, ottenuto a fine febbraio, è estremamente attuale visto il rischio di nuovi clusters di infezioni e di una seconda ondata. Ci sono ancora molte domande aperte sul virus, come ad esempio il ruolo dei bambini e il contributo delle infezioni asintomatiche o paucisintomatiche alla trasmissione. Trovare risposte a queste domande è di fondamentale importanza per identificare strategie di controllo mirate e sostenibili per combattere la trasmissione di Sars-CoV-2 in Italia e nel mondo nei prossimi mesi,” ha concluso Dorigatti.