I celiaci non presentano un maggior rischio, rispetto alla popolazione generale, di contrarre l’infezione da Coronavirus o di un avere un decorso più sfavorevole. A non presentare alto rischi in caso di infezione sono in particolare i soggetti con celiachia non complicata da altre patologie, che seguono rigorosamente una dieta priva di glutine, che sono in buono stato di nutrizione e che non mostrano segni clinici e sierologici di attività di malattia in corso.
E’ quanto si legge nel Rapporto “Indicazioni ad interim per un’adeguata gestione delle persone affette da celiachia nell’attuale scenario emergenziale SARS-Cov-2″. In ogni caso, si specifica nel rapporto, non vi sono attualmente in letteratura studi che indagano direttamente il rischio di Covid-19 nei celiaci. Per i pazienti affetti, invece, da celiachia complicata la situazione è un po’ differente. La più frequente complicazione della celiachia, causa di immunodepressione, è l‘iposplenismo, che si sviluppa solo nel celiaco adulto esposto al glutine per molti anni, e che, causando una ridotta funzionalità della milza, determina una suscettibilità ad alcune infezioni batteriche (Pneumococcus, Haemophilus Influenzae, Meningococcus). Un’altra condizione associata alla celiachia che comporta immunodepressione è il deficit di IgA (che compare nel 2% dei casi di celiachia).