Sono stati costretti, per la pandemia di Covid-19 e le regole del lockdown e del contenimento del contagio, ad alzare una barriera fra loro e il mondo. Ma gli adolescenti potrebbero essere “più suscettibili agli effetti negativi del distanziamento fisico, perché si trovano in una fase di vulnerabilità in cui l’interazione tra pari è un aspetto vitale del loro sviluppo sociale”. Secondo alcuni esperti, “un ridotto contatto faccia a faccia con i coetanei rischia di interromperlo e di avere effetti dannosi a lungo termine”.
Dal mondo della scienza arriva un appello rivolto alla politica: pubblicato su ‘The Lancet Child & Adolescent Health’, è un invito a “considerare con urgenza i giovani quando si valuta l’allentamento delle misure. Riaprire le scuole e altri ambienti sociali per questa fascia d’età dovrebbe essere una priorità quando si ritiene che sia sicuro farlo”.
Gli autori dell’editoriale basano la loro opinione su una revisione delle evidenze disponibili (studi peer-reviewed su isolamento, sviluppo sociale, uso dei social media) ed esortano i politici a considerare gli effetti sul benessere dei ragazzi dell’allontanamento fisico in chiave anti-Covid. L’adolescenza “è un periodo delicato” della vita dei giovani: il loro ambiente sociale e le interazioni con i coetanei sono importanti per lo sviluppo del cervello e di un senso di sé.
“E’ la fase di “maggior vulnerabilità ai problemi di salute mentale”, tanto che “il 75% degli adulti che ha sperimentato problemi su questo fronte riferisce di aver manifestato i primi sintomi prima dei 24 anni”.
Gli autori discutono anche di come l’uso delle tecnologie digitali e dei social media possa mitigare alcuni degli effetti negativi del distanziamento sociale, aiutando a mantenere connessioni sociali tra i giovani, ma – puntualizzano – sono “necessarie ulteriori ricerche” anche su questo.
“Molte domande sull’impatto del distanziamento fisico sui giovani rimangono senza risposta, e c’è poca comprensione di come altri fattori di stress vissuti durante la crisi Covid-19 possano influenzare i giovani, come le pressioni economiche, l’incertezza e la perdita di eventi pubblici che segnano riti chiave di passaggio”. Niente feste di fine anno, niente cerimonie a conclusione di cicli scolastici, niente gite, niente saggi e spettacoli. Gli appuntamenti più importanti che scandiscono la crescita dei ragazzi, momenti da collezionare nel libro dei ricordi: saltati. E’ successo in Italia e nei Paesi più colpiti dallo tsunami nuovo coronavirus.
“Anche se le misure di allontanamento fisico sono temporanee – osserva l’autrice principale dell’analisi, Sarah-Jayne Blakemore del Dipartimento di Psicologia dell’University of Cambridge, nel Regno Unito – diversi mesi rappresentano una larga ‘porzione’ della vita di un giovane. Invitiamo i politici a considerare urgentemente il loro benessere in questo momento”. Soprattutto quando devono modulare le scelte relative al bilanciamento fra vita sociale e convivenza con il virus.