Quest’anno, il solstizio d’estate cadrà il 20 giugno alle 23:43 (ora italiana) e segnerà ufficialmente l’inizio dell’estate nell’emisfero settentrionale. A sud dell’equatore, invece, scatterà l’inverno. I solstizi si verificano nello stesso momento in tutto il mondo (tenendo conto ovviamente dei vari fusi orari). I solstizi si verificano perché l’asse di rotazione della Terra è inclinato di circa 23,4 gradi rispetto all’orbita terrestre intorno al sole.
Questa inclinazione guida le stagioni del nostro pianeta, così gli emisferi hanno le stesse quantità di luce solare nel corso di un anno. Da marzo a settembre, l’emisfero settentrionale è inclinato di più verso il sole, il che guida primavera ed estate. Da settembre a marzo, l’emisfero settentrionale è inclinato in direzione opposta e questo determina autunno e inverno. Il contrario accade per le stagioni dell’emisfero meridionale.
In due momenti che si verificano ogni anno e che chiamiamo solstizi, l’asse terrestre è inclinato di più verso il sole. L’emisfero più vicino al sole vive il suo giorno più lungo, mentre l’altro la sua notte più lunga. Durante il solstizio d’estate dell’emisfero settentrionale, che cade sempre intorno al 21 giugno, l’emisfero sud ha il suo solstizio d’inverno. Viceversa, durante il solstizio d’inverno nell’emisfero nord, che cade sempre intorno al 22 dicembre, l’emisfero australe ha il suo solstizio d’estate.
Un altro modo per concepire i solstizi è pensare alla posizione del sole. Al solstizio d’estate nell’emisfero nord, il sole appare direttamente sopra il Tropico del Cancro, mentre durante il solstizio d’inverno nell’emisfero settentrionale, il sole appare direttamente sopra il Tropico del Capricorno.
I solstizi sugli altri pianeti
La Terra non è l’unico pianeta con solstizi ed equinozi: qualsiasi pianeta con un asse di rotazione inclinato li ha. Infatti, gli scienziati planetari utilizzano solstizi ed equinozi per definire le “stagioni” di altri pianeti del nostro sistema solare. Da notare, tuttavia, che le stagioni degli altri pianeti non sono climaticamente uguali a quelle sulla Terra per diverse ragioni. Per prima cosa, i pianeti variano nelle loro inclinazioni assiali. Per esempio, l’asse di rotazione di Venere è inclinato di soli 3 gradi, quindi c’è molta meno differenza stagionale tra i solstizi d’estate e d’inverno di Venere rispetto a quelli della Terra. Inoltre, i pianeti come Marte hanno orbite meno circolari rispetto alla Terra, che significa che le loro distanze dal sole variano di più rispetto alle nostre, con conseguenti effetti maggiori sulla temperatura stagionale. Su Urano, il solstizio d’estate si verifica una volta ogni 84 anni. La prossima sarà il 9 ottobre 2069. Ogni stagione dura 21 anni.
Sulla Terra, la nostra inclinazione assiale svolge un ruolo molto più grande nel governare le stagioni dell’anno rispetto all’orbita quasi circolare. La Terra compie il suo approccio annuale più ravvicinato al sole circa due settimane dopo il solstizio di dicembre, durante l’inverno nell’emisfero nord. La Terra si trova alla distanza maggiore dal sole circa due settimane dopo il solstizio di giugno, durante l’estate dell’emisfero nord.
Luoghi comuni sul solstizio d’estate
Se i solstizi segnano i giorni con maggior luce e buio dell’anno, perché questo non si riflette nelle temperature? Questo è dovuto al fatto che serve del tempo affinché terra e acqua del pianeta si riscaldino e si raffreddino. Quindi anche se il pianeta assorbe molta luce solare durante il solstizio d’estate, servono diverse settimane affinché venga rilasciato. Di conseguenza, i giorni più caldi solitamente si verificano a luglio o agosto.
Un altro luogo comune è che durante il solstizio d’estate, la Terra sia il più vicino possibile al sole. In realtà, come abbiamo visto prima, il pianeta raggiunge questo punto, detto perielio, circa due settimane dopo il solstizio d’inverno. Nel solstizio d’estate, l’emisfero nord in realtà è vicino al suo punto più lontano dal sole, l’afelio.
Potreste anche aver sentito che, poiché la rotazione della Terra sta rallentando, ogni nuovo solstizio stabilisce un nuovo record per la lunghezza del giorno, ma non è così. Senza dubbio la rotazione terrestre è rallentata nel corso di miliardi di anni. Le linee di crescita nei coralli fossili mostrano che oltre 400 milioni di anni fa, i giorni sulla Terra duravano meno di 22 ore. Ma il graduale rallentamento della Terra non è il solo fattore in gioco. Cambiamenti nella distribuzione della massa della Terra, dai venti di El Niño allo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, possono leggermente modificare la velocità di rotazione del pianeta. Considerando tutto questo, si ritiene che il giorno più lungo dagli anni del 1830 si sia verificato nel 1912 ed abbia avuto una durata di meno di 4 millisecondi in più rispetto alla media recente.