Il 20 giugno alle 23:43 (ora italiana) scocca il solstizio d’estate che segna l’inizio dell’estate nell’emisfero settentrionale. Molte antiche culture trovavano un profondo significato nel solstizio d’estate, un momento preciso nel tempo da sempre carico di concetti religiosi e pagani. Forse la celebrazione più antica risale all’Antico Egitto.
La complessa società egizia ha progettato i suoi monumenti più famosi e suggestivi affinché fossero allineati al solstizio. Per esempio, stando in piedi davanti alla Sfinge al solstizio d’estate, il sole tramonta esattamente tra le due piramidi di Khafre e Khufu. Gli antichi Egizi costruirono anche un tempio dedicato ad Osiride che è illuminato dal sole al tramonto al solstizio che splende tra due colline vicine.
Questa celebrazione è una delle più antiche nella storia egizia e illustra la sua importanza fin dai tempi arcaici. Gli Egizi riconoscevano l’importanza di Sirio come stella più luminosa del cielo e come culla di Isis. Le celebrazioni liturgiche e pubbliche per il Capodanno iniziavano all’alba quando Sirio appariva all’orizzonte come la stella del mattino che emerge dall’oscurità degli inferi. Questa connessione tra Sirio, la dea e il rinnovamento dell’Egitto è rappresentata in ogni tempio e in ogni tomba dell’antico Egitto.
Antica Cina
Nell’antica Cina, il solstizio d’estate era osservato con una cerimonia per celebrare la Terra, la femminilità e le forze yin mentre quello d’inverno celebrava i cieli, la mascolinità e le forze yang. Nel corso dell’anno, i cinesi credevano che le forze yin e yang crescessero e calassero in modo inversamente proporzionale. Al solstizio d’estate, l’influenza di yang era al massimo, ma la celebrazione era centrata sull’imminente cambiamento a yin. Al solstizio d’inverno, si celebrava il cambiamento opposto.