Sono almeno 6 le vittime accertate provocate dalla scossa di terremoto di magnitudo 7.5 (dato riportato dai media locali. La magnitudo stimata dal Centro di Allerta Tsunami dell’INGV è pari a 7.6 Mwpd, la stima dell’USGS è 7.4) che ha colpito ieri alle 10:29 (17:29 ora italiana) il Messico, e in particolare lo Stato di Oaxaca: si sono registrati 6 morti, 4 feriti, e gravi danni a residenze private ed edifici pubblici. Il bilancio è stato confermato dal governatore di Oaxaca, Alejandro Murat. Tra le vittime ci sarebbero 2 persone colpite da una frana mentre erano in auto a Huatulco: una è morta, mentre l’altra è rimasta ferita, ha riferito Murat a Foro Tv.
Il governatore ha riportato anche notizie secondo cui ci sarebbero una quindicina di persone intrappolate sotto a un edificio crollato a Santa Maria Zaniza.
A Oaxaca sono vari i palazzi danneggiati: circa 500 case, 4 ospedali e 15 centri sanitari, 4 scuole e 51 monumenti.
E’ stata ripristinata quasi dappertutto la fornitura di elettricità dopo il sisma. Nessun danno per le infrastrutture strategiche, ha assicurato il presidente Andres Manuel Lopez Obrador.
L’Istituto sismologico nazionale ha precisato che il terremoto – avvertito nettamente a Città del Messico – è stato localizzato vicino a La Crucita. Cesar Alberto Narvaez, capo dell’Unità della Protezione civile di Oaxaca, ha dichiarato che il sisma è stato seguito da molte decine di repliche di magnitudo più bassa.
L’Agenzia statunitense NOAA ha diffuso subito dopo il sisma un allarme tsunami per Messico, Guatemala, El Salvador e Honduras, ritirandolo però alcune ore dopo.
Il terremoto, ha spiegato l’INGV sul blog INGVterremoti, “si è verificato vicino al confine tra la placca di Cocos e quella Nord-Americana. Le soluzioni del meccanismo focale per l’evento indicano che si è verificata la rottura lungo una faglia inversa con profondità ipocentrale tra i 20 e i 26 km. La profondità e la soluzione del meccanismo focale dell’evento sono coerenti con la presenza della zona di subduzione tra queste placche, circa 100 km a nord-est della fossa del centroamerica, dove la placca di Cocos inizia la sua discesa nel mantello sotto il Messico. Nella zona interessata da questo terremoto, la placca di Cocos si sposta verso nord-est ad una velocità di 60 mm/anno.”
A destra “il segnale dello tsunami registrato dal mareografo di Salina Cruz in Messico. Nella parte superiore si osservano le variazioni del livello del mare nelle ultime 48 ore, nella parte in basso si vedono le variazioni dovute allo tsunami a partire dalle 16.15 UTC. Come si nota, uno tsunami si manifesta come una serie di onde e non sempre la prima è la più alta. Nel caso specifico di questo terremoto, la massima variazione rilevata finora a Salina Cruz è stata di 72 centimetri.“