Oggi molti associano il suo nome a bufale e fake news. Altri, invece, tengono tutt’ora in considerazione quanto scritto da Nostradamus nel 1500 e, ad ogni grande evento che sconvolge il nostro mondo, scovano una quartina che avrebbe previsto proprio quel fatto specifico. Michel de Nostre Dame, nato a Saint Remy de Provance il 14 dicembre 1503, era medico personale del re Carlo IX e astrologo di fiducia della regina di Francia Caterina de Medici e di Enrico e Francesco II. Soprannominato Nostradamus, è passato alla storia per le sue “Quartine” che contengono profezie sulla storia del mondo fino all’anno 3797.
GLI STUDI
A quindici anni entrò all’università di Avignone per conseguire ilbaccalaureato, ovvero il titolo accademico ecclesiastico rilasciato dalle università e facoltà pontificie, nonché titolo di studio di primo grado rilasciato da tali istituzioni, che equivale alla laurea italiana. Ad Avignone il giovanissimo Michel studiò matematica, retorica, astronomia e astrologia. A causa della peste l’università chiuse e lui, secondo quanto riportato dagli storici, viaggiò per otto anni alla ricerca di erbe che potessero alleviare i sintomi della peste e curare la malattia.
Nel 1529 entrò all’Università di Montpellier, dalla quale fu però espulso quando si venne a sapere che aveva svolto attività di speziale. Due anni sopo, ad Agen, si sposò ed ebbe due figli che morirono in giovane età. Si risposò dopo dieci anni dalla morte dei figli con Anne Ponsarde, nel 1547, e da questo secondo matrimonio ebbe tre figli maschi e tre figlie femmine. Il suo primo almanacco venne redatto nel 1550 e ne seguì subito un secondo. In totale le profezie contenute in questi scritti erano 6.338. Nel 1555 fu la volta della pubblicazione del libro Les Propheties, una raccolta di 942 quartine, proprio quello che lo hanno reso famoso fino ai giorni nostri e che racchiuderebbe predizioni fino al 3797.
LA VITA E LE OPERE
Spesso le quartine di Nostradamus vengono considerate di difficile e dubbia interpretazione, e soprattutto enigmatiche, ma c’è un motivo ben preciso dietro e si tratta di una volontà dello stesso astrologo: temeva di essere perseguitato per eresia dall’Inquisizione, visto il periodo di fanatismi religiosi in cui è vissuto. Per questa ragione fece spesso ricorso a giochi di parole e utilizzò più lingue contemporaneamente, come il provenzale, il greco, il latino, l’italiano, l’ebraico e l’arabo. Erano molti i nobili e personaggi politici dell’epoca che lo stimavano, Caterina de’ Medici in primis, tanto che poco prima della morte di Nostradamus lo nominò consigliere e medico del re Enrico III Valois. Il 2 luglio 1566 la gotta che si portava dietro ormai da anni sfociò in una pericolosa idropisia. Morì durante la notte. La sera disse di voler trascorrere quella sua ultima notte da solo, ma prima di coricarsi disse al suo segretario, Chavigny, “Non mi troverai vivo all’alba“.