Forse, nella cura dell’Aids, si inizia a vedere una luce in fondo al tunnel. Dopo i pazienti di Berlino e di Londra, ora anche quello di ‘San Paolo’ fa sperare in una svolta nella lotta al virus dell’Hiv. I primi due sono guariti dal virus grazie a un trapianto di midollo avuto per altri motivi, il terzo invece si è liberato dall’Hiv da oltre un anno grazie a un mix di farmaci. Il caso è stato presentato alla conferenza Aids 2020, in corso in forma virtuale per la pandemia. L’uomo, di 36 anni, sieropositivo dal 2012, partecipava alla sperimentazione di una nuova strategia terapeutica con lo scopo di ‘stanare’ il virus dai ‘reservoir’ che ha nelle cellule, che lo fanno tornare quando si smettono i trattamenti usuali. E’ stato curato con un mix ‘aggressivo’ di antiretrovirali e nicotinamide, la vitamina B3, e una volta interrotta la terapia il suo sangue è stato testato ogni tre settimane, senza riscontrare alcun segno di infezione.
Il paziente, spiegano gli esperti dell’universita’ federale di San Paolo, ha smesso con i trattamenti nel marzo del 2019, e il virus finora non e’ tornato. “Anche se e’ un caso isolato – afferma al New York Times Ricardo Diaz, uno dei ricercatori coinvolti – potrebbe essere la prima remissione di lungo termine dell’Hiv senza un trapianto“. Il ‘paziente di San Paolo’ potrebbe quindi aggiungersi a quelli di ‘Londra’ e ‘Berlino’, guariti con un trapianto di midollo ricevuto per un tumore in cui e’ stato usato quello di un donatore con una rara mutazione genetica che protegge dal virus. Un bambino statunitense curato con un mix di farmaci che e’ stato in remissione per due anni, invece, ha visto poi il ritorno del virus. Il congresso, il piu’ importante al mondo sul tema, ha fatto il punto sull’andamento dei trattamenti. Ben 24 Paesi, dove sono in terapia 8,3 milioni di persone con Hiv “hanno scorte estremamente basse o interruzioni nella fornitura di medicinali antiretrovirali“, ha scoperto una survey dell’Oms.
L’incapacità dei fornitori di consegnare i farmaci in tempo e lo stop dei trasporti, unitamente a un accesso limitato ai servizi sanitari, sono tra le cause della carenza denunciata in totale, a livello piu’ o meno grave, da 73 Paesi. Tra le novita’ piu’ importanti annunciate al congresso ci sono i buoni risultati ottenuti dal test clinico di un nuovo farmaco da assumere solo una volta ogni due mesi che puo’ prevenire l’infezione da Hiv, il cabotegravir. Il farmaco si fa via iniezione ogni due mesi e quindi rappresenterebbe un passo avanti notevole rispetto alle pillole preventive attualmente in uso, per ora costose e da assumere ogni giorno.