Alluvione Palermo, nel sottopasso di via Leonardo Da Vinci c’erano 28.000 metri cubi d’acqua, con un’altezza di 4,5 metri! “E’ stato un evento eccezionale”

Alluvione di Palermo, l'esperto: "Non si sarebbe potuto evitare l'allagamento della circonvallazione ma forse i danni potevano essere limitati"
MeteoWeb

“#Palermo, la sera del 15 luglio nel sottopasso di via Leonardo Da Vinci c’erano 28.000 metri cubi d’acqua, con un’altezza di 4,5 metri. Ora è così, grazie al lavoro senza sosta delle squadre dei #vigilidelfuoco #17luglio”. Così su Facebook i Vigili del Fuoco di Palermo a corredo della seconda immagine visibile nella gallery scorrevole in alto. “Come si è allagata la Circonvallazione?“, si chiede l’esperto Valerio Noto, ingegnere e docente all’Università di Palermo. “La pioggia di ieri – scriveva noto a distanza di un giorno dal disastro – era caratterizzata da tempi di ritorno superiori al secolo (quindi in base all’analisi delle serie storiche si verifica, in media, una volta ogni 100 anni – nel caso di tempo di ritorno centennale). Con forzanti meteoriche simili, i sistemi di drenaggio urbano vanno in crisi e l’acqua scorre per lo più in superficie. L’immagine qui riportata (visibile nella gallery scorrevole in alto a corredo dell’articolo, ndr) è relativa alla simulazione di un evento di pioggia con tempo di ritorno simile a quello di ieri, effettuata con un modello di propagazione idraulica bidimensionale sviluppato all’Università di Palermo. Viale Leonardo da Vinci e soprattutto viale Michelangelo si sostituiscono al sistema di drenaggio superficiale della zona occidentale di Palermo e si trasformano in corsie preferenziali per i flussi idrici portando le acque superficiali all’interno della Circonvallazione che agisce da canale di gronda allagandosi con tiranti superiori al metro. Inoltre a poche decine di metri dalla zona allagata di viale Lazio/viale Michelangelo c’è la confluenza di due canali sotterranei (il passo di Rigano e il canale Mortillaro)”.

“La città di Palermo – aveva scritto Noto il giorno stesso dell’alluvione – è stata oggi soggetta a una precipitazione “estrema”: circa 120 mm in due ore e circa 70 mm in un’ora. I tempi di ritorno per entrambe le durate sono ampiamente superiori ai 100 anni e perciò assolutamente non compatibili con il sistema di drenaggio urbano. Fatta questa dovuta premessa sull’eccezionalità dell’evento è doveroso sottolineare che da anni sia dal punto di vista della ricerca che della didattica cerchiamo di promuovere la cultura della PREVISIONE e della PREVENZIONE di eventi idraulici come quello che oggi ha colpito Palermo. Ai convegni vediamo spesso implementazione di sistemi di pre.allertamento precoce (early warning) che bloccano l’accesso a sottopassaggi e avvertono i cittadini del rischio che possono correre. E’ vero che c’è una difficoltà oggettiva della meteorologia a prevedere dal punto di vista quantitativo eventi estremi come quello odierno; nello specifico si sapeva che temporali sparsi erano probabili ma forse nessun modello aveva previsto poco meno di un centinaio di mm in un paio d’ore. Non si sarebbe potuto evitare l’allagamento della circonvallazione (ripeto non è un problema di drenaggio urbano) ma forse i danni potevano essere limitati“, aveva concluso l’esperto.

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