E’ tornato a splendere il sole a Palermo e la temperatura odierna è risalita fino a +28°C nelle ore diurne, ma le immagini che arrivano dal capoluogo della Sicilia nel giorno successivo alla terribile alluvione che ieri ha devastato la 5ª città d’Italia sono drammatiche. Un fiume di melma e fango sul Viale della Regione Siciliana ancora allagato, testimoniato molto bene dalle fotografie che Vito @ilsiciliano_ su instagram ha documentato egregiamente (vedi fotogallery nelle immagini scorrevoli in alto). Fortunatamente non ci sono morti ne’ dispersi: la notizia delle due vittime di ieri è stata smentita. Resta la devastazione di una città letteralmente in ginocchio, con danni gravissimi.
Ma ieri a Palermo è successo qualcosa che va al di fuori di ogni immaginazione: la devastazione che vediamo nelle immagini a corredo dell’articolo sarebbe stata la stessa, o forse anche peggiore, in tutte le città italiane ed europee che si fossero trovate a fronteggiare un evento meteorologico analogo. A Palermo, infatti, sono caduti in poco più di un’ora ben 80mm di pioggia nel centro cittadino e oltre 130mm nella zona più colpita, la periferia Nord/Occidentale della città, dove s’è verificato l’allagamento dei sottopassi.
Questi i dati pluviometrici del pomeriggio di ieri:
- Palermo Uditore 134mm
- Palermo Passo di Rigano 125mm
- Palermo Favorita 109mm
- Palermo Teatro Massimo 80mm
- Palermo Osservatorio Astronomico 79mm
- Palermo Arenella 42mm
Quello di ieri a Palermo è stato un evento assolutamente fuori dal normale, al punto che nessun tessuto urbano al mondo sarebbe stato in grado di assorbirlo smaltendo tutta quell’acqua senza disagi e allagamenti. Inoltre non era previsto: alcun modello indicava il rischio della formazione di un temporale autorigenerante di questa entità sul capoluogo siciliano, pur essendoci un’allerta meteo per tutta l’isola annunciata con ampio anticipo. Non si trattava però di un avviso tale da lasciar immaginare simili apporti pluviometrici, e quindi così gravi per le ripercussioni sui territori e in modo particolare su una città densamente abitata come Palermo.
Soltanto con il nowcasting, quindi il monitoraggio in tempo reale, si è capito – ma soltanto intorno alle 16 – che il temporale nato sui monti a ridosso della città poteva diventare pericoloso: in quel caso l’unica soluzione da adottare sarebbe stata la chiusura di tutti i sottopassi a rischio allagamenti. E sarebbe bastato per evitare il disastro. Questo episodio ci insegna quanto sia importante dotare il nostro territorio e soprattutto le principali città di strumentazioni meteorologiche ad alta definizione, con le apposite infrastrutture (i radar meteo) che consentono di poter monitorare in tempo reale il comportamento delle piogge, e stazioni meteorologiche che forniscano dati in tempo reale molto diffuse in ogni quartiere, ma anche con uffici appositi che segnalino immediatamente l’allarme a sindaci e prefetti in modo da adottare misure urgenti di prevenzione sul territorio. E’ l’unica soluzione – fermo restando la necessità di progettare le città nel modo meno selvaggio possibile – per evitare di subire in modo così pesanti gli effetti di fenomeni meteorologici così estremi. Perchè quello di ieri a Palermo non è stato un semplice temporale. E’ stata la pioggia più forte della storia della città, che avrebbe sconquassato qualsiasi centro urbano del mondo.