Coronavirus, in 3 stati degli USA il 41% delle vittime del Paese: il ruolo cruciale delle decisioni politiche
Negli Stati Uniti, il 41% di tutti i decessi per COVID-19 deriva da 3 soli stati: New Jersey, New York e Massachusetts rappresentano oltre 56.000 degli oltre 137.000 morti del Paese
Gli Stati Uniti continuano a registrare un alto numero di contagi giornalieri a causa del coronavirus. Il Paese domina la triste classifica dei contagi con oltre 3,4 milioni di casi e oltre 137.000 morti attualmente ma abbiamo ormai capito che in questa pandemia i numeri non sempre sono sufficienti a fornire un quadro chiaro della situazione.
Nonostante da mesi siano ormai in vetta alla classifica come numero di casi in valore assoluto, gli Stati Uniti hanno un tasso di fatalità ben più basso di molte altre nazioni: con 416 vittime ogni milione di abitanti si trovano infatti al 7° posto nel mondo dietro a Belgio, Regno Unito, Spagna, Italia, Svezia e Francia. Da notare che anche se i casi sono di nuovo in aumento, i decessi hanno fatto registrare incrementi minori. Nonostante molta attenzione venga data ai numeri dei casi, il bilancio delle vittime sembra essere il parametro più importante in questa pandemia.
Negli Stati Uniti, il 41% di tutti i decessi per COVID-19 deriva da 3 soli stati: New Jersey, New York e Massachusetts. Questi 3 stati rappresentano oltre 56.000 degli oltre 137.000 morti negli USA, nonostante rappresentino solo il 10% della popolazione. Escludendo questi 3 stati, gli USA si ritroverebbero improvvisamente tra nazioni come il Lussemburgo (176 morti/milione di abitanti) e la Macedonia (166 morti/milione di ab.) e quindi tra alcuni dei migliori tassi di fatalità in Europa.
Il perché questi 3 stati abbiano sofferto molto più di altri degli USA non è ancora noto ma le evidenze suggeriscono che potrebbe essere dovuto alle politiche adottate. Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, è stato duramente criticato per la sua politica statale di vietare alle case di riposo di controllare i residenti per il COVID-19. Cuomo alla fine ha annullato questa decisione. Di recente, il Dipartimento della Sanità dello stato di New York ha rilasciato un rapporto in cui si evidenzia che 6.326 residenti positivi al COVID-19 sono stati accolti in case di riposo tra il 25 marzo e l’8 maggio. Il rapporto cita gli alti tassi di fatalità delle case di riposo di Massachusetts e New Jersey come ulteriore prova del fatto che New York non sia un’eccezione per quanto riguarda i decessi nelle case di riposo. “Un’analisi dei decessi negli stati vicini – nonostante abbiano popolazioni molto più piccole di quella di New York – illustra che i decessi in queste strutture non sono un fenomeno specifico di New York: il Connecticut riporta 3.124 morti in queste strutture, New Jersey 6.617 e Massachusetts 5.115 contro i 6.432 di New York”, si legge nel rapporto.
Da notare che New Jersey e Massachusetts avevano politiche simili in vigore e anche che il reale numero di vittime nelle case di riposo di New York è difficile da conoscere, poiché lo stato ha cambiato la segnalazione così che i residenti delle case di riposo morti per COVID-19 non sono considerati come vittime delle case di riposo se sono deceduti in ospedale.
Comprendere perché New York, New Jersey e Massachusetts abbiano sofferto così tanto potrebbe essere la chiave per combattere il virus. Attualmente, però, c’è molta attenzione anche su stati come Florida, Texas e Arizona, che nelle ultime settimane hanno visto i numeri dei casi aumentare significativamente, un aumento iniziato a metà giugno dopo che avevano riaperto le loro economie. Tuttavia, nessuno di questi stati ha tassi di fatalità che siano minimamente paragonabili a quelli di New York, New Jersey e Massachusetts.
Il New Jersey ha 1.757 morti/milione di ab.
New York 1.666 morti/milione di ab.
Massachusetts 1.208 morti/mil. ab.
Arizona 307 morti/mil. ab.
Florida 198 morti/mil. ab.
Texas 112 morti/mil. ab.
Nonostante Cuomo abbia affermato che il lockdown a New York abbia salvato vite rispetto agli approcci degli altri stati che stanno vedendo ora un aumento dei casi, non ha menzionato i costi sociali del lockdown di massa, come disoccupazione, bancarotta generalizzata, peggioramento della salute mentale, abuso di droghe e povertà globale. Non si conosce ancora quanto le decisioni politiche siano collegate agli alti tassi di fatalità in questi stati e proprio per questo i decisori politici dovrebbero prestare molta attenzione alle loro politiche. “La prima metà del 2020 passerà alla storia come il più grande fallimento delle politiche pubbliche a livello nazionale dalla Grande Depressione. Parte di questo fallimento deriva dalla più grande repressione a larga scala dell’economia e delle libertà sociali nella maggior parte delle nostre vite, eseguite tutte con effetti trascurabili nel risolvere il problema a cui erano destinate”, ha affermato lo storico economico Phil Magness. I lockdown e le tragedie delle case di riposo dimostrano quanto distruttivo e fatale possa essere cercare di controllare la società.