“Ho accettato questo invito ma sono lontano dalla politica. Durante il lockdown ho anche cercato di immedesimarmi con chi doveva prendere decisioni difficili. Ma poi le cose non sono andate bene. Man mano che il tempo passava, non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità? C’è stato un momento in cui mi sono sentito umiliato e offeso per la privazione della libertà di uscire di casa senza aver commesso un crimine e devo confessare pubblicamente di aver disobbedito a questo divieto che non mi sembrava giusto e salutare“: lo ha dichiarato Andrea Bocelli, ospite del convegno sul Coronavirus “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti“, organizzato al Senato da Armando Siri e Vittorio Sgarbi. “Quindi rivolgo un appello per dire che bisogna riaprire le scuole e riprendere i libri. Io ho chiamato Renzi, Salvini, Berlusconi per fare un fronte trasversale di buon senso. Spero che tutti insieme usciremo da questa situazione terribile“.
“Mi preme sottolineare l’aspetto che riguarda la scuola e i bambini: io ho una figlia di 8 anni e non posso pensare che questi ragazzi debbano ritrovarsi a scuola divisi da un pezzo di plexiglass e nascosti da una mascherina. Non posso pensare che con celerità incredibile si sia pensato di chiudere la scuola e con la stessa celerità si sia pensato a riaprire le discoteche, dove i ragazzi vanno non a formarsi ma a disperdere i propri cervelli“.