Coronavirus, un “messaggio chiaro” dal virologo Silvestri: “Prepararsi a una seconda ondata è una responsabilità politica”

Il virologo Guido Silvestri lancia "un messaggio chiaro" ai decisori: non farsi cogliere di sorpresa se e quando il nuovo Coronavirus tornerà a colpire
MeteoWeb

Il virologo Guido Silvestri, docente negli USA alla Emory University di Atlanta, lancia “un messaggio chiaro” ai decisori: non farsi cogliere di sorpresa se e quando il nuovo Coronavirus tornerà a colpire, altrimenti l’Italia sarebbe costretta a nuovo lockdown con “enormi sofferenze per la popolazione“.
Sulla pagina Facebook “Pillole di ottimismo“, che cura con il contributo di un vasto team di esperti, il virologo firma un intervento intitolato “Un messaggio chiaro” e scrive: “Pensiamo che ormai sia chiaro a tutti come COVID-19 in Italia sia in fase di tregua, con pochi contagi che fanno intravedere una progressiva endemizzazione del virus. Come abbiamo detto spesso, basandoci sulla osservazione classica della stagionalità dei virus respiratori nei climi non-tropicali, una seconda ondata di COVID-19 a fine autunno/inizio inverno è una possibilità molto reale. La gravità di questa ondata, ovviamente, non la possiamo conoscere, ma sarebbe irresponsabile non essere pronti a qualsiasi evenienza. Su questo punto ci siamo espressi da tempo e saremo peggio di un disco rotto.
Dal punto di vista pratico la preparazione è tutto — perché consente il monitoraggio, T3, interventi mirati, proteggere ospedali, luoghi di degenza e RSA, rafforzare la medicina del territorio, adottare terapie precoci, triage rapido dei casi, implementazione nuovi protocolli di cura (anticorpi, antivirali, plasma, etc). Tutte cose che, se fatte bene, per tempo e con le dovute RISORSE, ridurranno enormemente i morti da COVID. Accettando poi con serenità il fatto che il rischio zero non esiste (come non esiste per nessun’altra malattia) ed evitando di ricorrere a misurestraordinarie” che hanno un effetto devastante a livello socio-economico.
Se invece non saremo preparati, e la situazione dovesse, Dio non voglia, sfuggire di mano come a marzo scorso in alcune zone d’Italia, l’unica opzione possible poi diventerebbe richiudere tutto – un’opzione che porterebbe ad enormi sofferenze per la popolazione. E noi già ci vediamo i soliti noti dare la colpa al popolino stupido ed indisciplinato, agli sciagurati tifosi, alla movida, ai complottisti sfigati, ai bambini senza mascherina a scuola, e magari se la prenderanno anche con chi spiega la scienza con obiettività e cerca di trasmettere ottimismo e serenità ad una popolazione stremata da mesi di reclusione.
E no, cari signori. Si sappia bene che noi a questo giochetto non ci staremo. Quello che si deve fare a livello di preparazione lo diciamo a chiare lettere oggi, 9 luglio 2020, nel mezzo di questa tregua estiva, e su questo insisteremo ogni giorno.
Prepararsi a livello sanitario ed in modo adeguato ad una possibile seconda ondata di COVID-19 è una PRECISA RESPONSABILITA’ POLITICA ED ISTITUZIONALE, a partire dal Governo, dai ministeri rilevanti e dai loro comitati consultivi, e dalle strutture sanitarie loco-regionali. Il tutto senza cercare di scaricare questa responsabilità sui cittadini, che in uno stato democratico devono essere protetti dalle istituzioni sanitarie stesse mentre continuano a svolgere i loro diritti e doveri costituzionali.

Per cui, da oggi in poi, cari Signori e cari Colleghi, chiederemo sempre meno chiacchiere, meno epidemiologia difensiva, meno richiami generici alla “prudenza”, ed invece più fatti, più assunzioni di responsabilità, e soprattutto più PREPARAZIONE e più INTERVENTI MIRATI, a cui devono essere destinate tutte le risorse necessarie. Perché a febbraio scorso è andata come è andata (aperitivi, topi vivi e via discorrendo), errori li abbiamo fatti tutti e capiamo bene che non si può tornare indietro. Il futuro però è un’altra storia e per questa non ci saranno scusanti. Lo dicevano i nostri insegnanti di una volta: errare è umano, perseverare diabolico.

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