“Vorrei rassicurare sul fatto che il virus con potenziale pandemico individuato in Cina non è un nuovo virus, ma è sotto sorveglianza dal 2011, grazie a quanto osservato dalla rete globale sull’influenza”. A evidenziarlo Mike Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, in conferenza stampa a Ginevra. “La pubblicazione che ne parla, sì, è recente – ha precisato – ma è frutto proprio delle osservazioni e dei dati raccolti dalla rete di sorveglianza globale sull’influenza in questi anni e mostra l’importanza vitale di questo sistema, che tiene sotto costante controllo molti virus con potenziale pandemico, un controllo che proseguirà nel tempo”.
“A marzo, l’Italia e la Spagna erano l’epicentro della pandemia di Covid-19. Al culmine della loro epidemia, la Spagna registrava quasi 10.000 casi al giorno e l’Italia più di 6.500. Entrambi i paesi hanno riportato la situazione sotto controllo con una combinazione di leadership, umiltà, partecipazione attiva di ogni membro della società e un approccio globale. Entrambi i paesi hanno affrontato una situazione scoraggiante, ma l’hanno capovolta”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.
“Una delle lezioni di questa pandemia è che, indipendentemente dalla situazione in cui si trova un paese, può essere cambiata. Non è mai troppo tardi. Tuttavia, siamo preoccupati per il fatto che alcuni paesi non abbiano utilizzato tutti gli strumenti a loro disposizione, adottando invece un approccio frammentato. Questi paesi hanno davanti a loro una strada lunga e difficile. Gli Stati che dispongono di sistemi per applicare un approccio globale dovrebbero essere in grado di contenere le riacutizzazioni a livello locale ed evitare di reintrodurre restrizioni diffuse”.
“Dobbiamo assicurarci che tutti abbiano accesso a trattamenti salvavita come remdesivir, siamo impegnati a capire l’esatta natura del contratto” di fornitura del farmaco anti-Covid-19 negli Stati Uniti, “e nello stringere accordi di licenza e di produzione per un accesso equo a terapie come questa”.