L’emergenza sanitaria legata all’epidemia COVID-19 che ha colpito l’Italia nei mesi di marzo e aprile e l’impatto che essa ha avuto sulle strutture sanitarie di almeno una parte del nostro Paese hanno imposto una valutazione rigorosa, lucida e razionale di quanto successo in quei mesi per trarne i corretti insegnamenti e spunti di miglioramento.
In questo contesto è derivata l’esigenza di predisporre un Rapporto OsMed specifico per fornire un quadro completo dell’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19: l’obiettivo è quello di analizzare la tipologia di farmaci utilizzati per fronteggiare il COVID-19, a livello ospedaliero e a livello territoriale, anche in considerazione delle decisioni regolatorie assunte dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Il Rapporto pubblicato da AIFA, che cerca di ottimizzare e integrare le informazioni raccolte da diverse fonti informative disponibili, costituisce uno strumento capace di inquadrare in modo tempestivo l’utilizzo dei medicinali sul territorio nazionale e permette di individuare e pianificare interventi di promozione dell’uso ottimale dei medicinali anche in contesti emergenziali.
L’idrossiclorochina che, pur essendo un farmaco in classe A, può essere erogato direttamente al paziente a proprio carico, ha visto un picco di approvvigionamento da parte delle farmacie ad aprile 2020, “mese che ha fatto registrare, rispetto a marzo 2020, un incremento in termini di confezioni di più del doppio rispetto alla media dei tre mesi pre COVID-19“.
Molte notizie che si sono susseguite nel corso del periodo pandemico hanno attribuito all’acido ascorbico (vitamina C) ad alte dosi proprietà curative e preventive contro il Sars- Cov-2: di conseguenza, si è osservato un “incremento nell’approvvigionamento che raggiunge un picco proprio a marzo 2020“.
Molte le notizie diffuse correlate anche alla possibile utilità dell’integrazione di vitamina D per ridurre i rischi di infezioni acute delle vie respiratorie: ciò si rispecchia nell’incremento maggiore da parte delle farmacie nel periodo febbraio-marzo. Gli ansiolitici dispensati con ricetta sono tra i prodotti per i quali le farmacie si sono approvvigionate maggiormente, e soprattutto in corrispondenza del lockdown, con un calo nei mesi successivi di aprile e maggio.
Rilevata anche una riduzione di acquisti di inibitori della fosfodiesterasi per la disfunzione erettile, segno di “una modifica nei comportamenti abituali” durante la quarantena.
Registrato anche un calo marcato dell’utilizzo di Fans, come l’ibuprofene, dopo l’allarme per un possibile effetto negativo sui pazienti Covid lanciato a inizio pandemia.