“La curva dei casi in Italia ha avuto un andamento ‘a campana asimmetrica‘ che è durato due settimane, poi c’è stato il plateau e poi la discesa che non è stata intaccata dalle tre riaperture che si sono susseguite“: lo ha dichiarato il virologo Guido Silvestri, direttore del dipartimento di Patologia presso la Emory University di Atlanta, in audizione in Commissione Affari sociali sulla sperimentazione in atto per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 con il plasma e sulle altre sperimentazioni in corso. “Anche i ricoveri in terapia intensiva ha visto una crescita rapida per 2-3 settimane poi un lento declino, ed oggi ci sono meno di 100 pazienti in terapia intensiva. Siamo nella fase di transizione da pandemia acuta ad endemia“.
“Ci sono oltre 70 anticorpi monoclonali in sviluppo, i dati sono molto promettenti in vitro e sugli animali,” ha spiegato Silvestri in videoconferenza. “I dati clinici dovrebbero essere disponibili entro fine anno, prima dei vaccini. Per questo dobbiamo farci trovare pronti. Se verso novembre-dicembre arriverà l’evidenza clinica su questi anticorpi, ovvero che proteggono contro l’infezione, dobbiamo essere pronti per avere un numero di dosi sufficienti per trattare un alto numero di persone“.
“L’emivita di questi anticorpi è di 3-4 settimane, il che significa che potrebbero essere usati in una infusione per gli infetti, ed in una infusione ogni 3 settimane per i soggetti a rischio (medici, infermieri e anziani)“.
“Ad oggi in Usa sono stati trattati con plasma da convalescente, approvato dalla Fda a marzo, 28 mila pazienti. Grazie al dono di 41 mila convalescenti, in maggioranza fuori da studi clinici controllati“.
Silvestri ha sottolineato alcune problematiche della terapia con plasma iperimmune: “C’è una disponibilità attualmente limitata perché diminuiscono i malati, e quindi occorrerebbe da subito fare scorte e conservarle” e inoltre “è problematica anche la sua standardizzazione“.
“Non sappiamo se ci sarà una seconda ondata, io credo che sia possibile che arrivi“.
“Ci sono 6 Coronavirus precedenti, due si sono affacciati e spariti dal contatto con la popolazione, gli altri ci sono entrati e sono diventati virus stagionali. Nei climi come quello dell’italia si affacciano 3-4 mesi l’anno dal tardo inverno a inizio primavera. Ciò potrebbe significare che in autunno fino a primavera potrebbe tornare“.
“L’attenuazione del Coronavirus è una ipotesi sicuramente molto plausibile, che va però verificata, come tutte le ipotesi“.
“Per quanto riguarda la tempistica di questa attenuazione, al momento non sappiamo, ma c’è una mole di studio straordinaria che si sta sviluppando per capirlo“.
“L’attenuazione del virus è un tema estremamente complesso dal punto di vista virologico. Quello che sappiamo da innumerevoli esempi nel campo della virologia è che i virus si adattano a una coabitazione con l’ospite. Ciò significa che i virus tendono, nel corso del tempo, ad attenuare la patogenicità, cioè tendono a causare malattie meno gravi. Questo è un fenomeno generale dei virus. A volte lo fanno più velocemente, altre più lentamente“.