L’estate 2020 si sta rivelando fresca sull’Italia, senza eccessi di caldo finora. Merito dell’anticiclone delle Azzorre che garantisce caldo, ma non troppo e non tale da essere considerato insopportabile, che spesso sta lasciando spazio a piogge e temporali. Se negli scorsi anni, il forte caldo era attribuito al riscaldamento globale, al presunto effetto dell’uomo con le sue emissioni di anidride carbonica, quest’anno che di caldo in eccesso finora non ne abbiamo visto, la colpa ricade ancora… sul riscaldamento globale e sull’uomo.
“Fa fresco perché fa caldo”, scrive, infatti, Filippo Facci su Libero, denunciando come alcune testate giornalistiche insistano anche quest’estate nell’attribuire le temperature fresche che stiamo registrando in Italia ancora al riscaldamento globale e ancora all’uomo.
“Non moriremo democristiani, moriremo meteorologi da carta stampata e da web, del genere che ti spiega che questa è l’estate più calda, più fredda, più secca, più piovosa, più tutto (prendere l’inverno e applicare specularmente) purché tutte le strade portino a Roma e purché la morale sia che è colpa del riscaldamento globale, e che il riscaldamento globale è colpa nostra, solo nostra, anche se il contributo umano è infinitesimale rispetto all’anidride carbonica che il nostro modesto Pianeta emette da solo.
Campioni del mondo della specialità: Repubblica, che in presenza di un’estate per nulla surriscaldata e addirittura mite e gradevole (sinora) ieri è riuscita a titolare «Il mistero dell’estate senza afa, ultimo regalo del clima impazzito». Ultimo. Poi basta regali. Affianco, scritto da (sovratitolo) «l’esperta», l’altro titolo: «Se l’anticiclone mostra un mondo alla rovescia». Già, perché il mondo dritto qual è? Già detto: quello che rispetto al riscaldamento globale conosce solo conferme, piccoli regali stagionali per ingannarci, dati in controtendenza per sbeffeggiarci, perché se fa caldo è per il riscaldamento, se fa fresco è per il riscaldamento, insomma, moriremo tutti comunque: è l’unico dato certo.
«Secondo i meteorologi, questa è l’estate più fresca degli ultimi cinque anni», scrive Repubblica. Ma, come spiegano i titoli, è solo «l’ultimo regalo del clima impazzito». Parola di titolista: anche perché l’articolo, in realtà, non dice niente di speciale; continua a citare una presunta «estate del mistero» (il mistero della normalità) e ammette quello che Libero ha scritto già da tempo, dati alla mano: che il lockdown globale per il Covid ha tagliato tonnellate di anidride carbonica, eppure l’Osservatorio di Mauna Loa delle Hawaii (dove da più tempo si studiano gli effetti della CO2 sul clima) ha registrato la più alta concentrazione di anidride carbonica degli ultimi vent’anni. La rivista Nature ha calcolato, durante il lockdown italiano, una diminuzione globale di emissioni umane di CO2 sino al 27,7 per cento – questo ha scritto Repubblica – mentre la rivista Nature Climate Change – questo scriveva Libero – ha misurato gli effetti della pandemia sulle emissioni e ha stimato un calo di un miliardo di tonnellate di CO2 rispetto all’anno scorso: e sono fioccati altri studi che a loro volta misurano gli effetti del calo della produzione umana sull’atmosfera e che dimostrano come la concentrazione di CO2 (appunto l’anidride carbonica, il principale gas serra) risulta trascurabile a dir poco, anzi è praticamente invisibile.
Secondo le misurazioni dell’osservatorio meteorologico di Mauna Loa – scriveva ancora Libero – il cambiamento non risulta neppure visibile rispetto a quello normalmente causato dalla flora e dalle foreste a seconda di come reagiscono, ogni anno, alle variazioni di temperatura e umidità. Insomma, par di capire che a cambiare non sia la sostanza, ma solo i titoli di giornale: Repubblica titola «ultimo regalo del clima impazzito», Libero (26 maggio) che il Covid aveva smascherato Greta: perché la media mondiale della riduzione di emissioni «umane» era stata del 26 per cento e cioè un esito che nessun trattato avrebbe ottenuto neanche in cinquant’anni, e che in pratica si era dimostrato irrilevante.
I trasporti terrestri sono calati del 36 per cento rispetto al 2019 (in pratica hanno riguardato solo le auto, perché i treni hanno continuato a funzionare) mentre gli aerei hanno prodotto ben il 60 per cento di emissioni in meno: il che dimostra che non sono tanto i comportamenti individuali a incidere sulla produzione di CO2 (tipo prendere la barca anziché l’aereo, come Greta) bensì è la produzione di energia.
Ma nulla possiamo contro «gli esperti». Perché nella stessa pagina di Repubblica compare «l’esperta», Valentina Acordon, contro la quale non abbiamo nulla, ma che deve farsi perdonare una frase come questa: «Benediciamo un’estate, se non proprio fresca, certamente dal clima gradevole e senza grandi eccessi di calore. È il segno dell’accelerazione del riscaldamento globale che negli ultimi due decenni, a colpi di temperature estive sempre più canicolari, ci sta rapidamente abituando ad una nuova normalità». Cioè: fa fresco perché il riscaldamento globale sta aumentando. E come lo argomenta, Valentina Acordon? Non lo argomenta. L’esperta passa a parlarci dell’anticiclone africano che sta latitando, di qualche incursione atlantica, e di un’estate che «è ancora lunga, e sarà agosto a decretare il destino di quella che al momento è, dopo il 2014, una delle stagioni più fresche degli ultimi 20 anni».
Basta. Fine. Ha scritto che dopo luglio c’è agosto. E che fa fresco perché la Terra si sta riscaldando”, scrive Filippo Facci.