Una fortissima scossa di terremoto magnitudo 7.8 è stata registrata alle 06:12 UTC dall’Istituto Geofisico statunitense USGS al largo della penisola di Alaska, nel sudovest dello Stato USA.
L’evento ha avuto epicentro a 98 km sud-sudest da Perryville (Alaska), ed ipocentro a circa 10 km di profondità.
E’ stato emesso un allarme tsunami per un raggio di 300 km dall’epicentro del sisma, successivamente rientrato: il messaggio di allerta precisava che le regioni a rischio erano “il sud dell’Alaska, la penisola dell’Alaska” e le isole Aleutine.
La penisola di Alaska si estende per 800 km e continua attraverso le Isole Aleutine: come queste ultime, la penisola di Alaska è parte di una grande catena di vulcani attivi che corre lungo tutta la sua lunghezza.
Terremoto in Alaska, l’analisi degli esperti INGV
“L’arco delle isole Aleutine mostra un’attività sismica importante con 6 eventi superiori a magnitudo 8.3 avvenuti a partire dal 1900. Tra questi ricordiamo quello del 28 marzo 1964, un terremoto di magnitudo 9.2 che è attualmente il secondo più forte mai registrato. Questo evento, il cui epicentro è stato localizzato circa 1000 km a Nord-Est di quello odierno ha rotto una regione di circa 700 km della zona di subduzione, causando uno tsunami che ha prodotto danni su tutte le coste del Nord del Pacifico fino alle Hawaii.
L’evento odierno è avvenuto vicino al terremoto del 1938 (M8.3) e a quello del 1946 (M8.6). Quest’ultimo ha prodotto uno tsunami particolarmente devastante (42 m di altezza presso l’isola di Unimak) e che ha causato 100 morti a Hilo nelle Hawaii. Gli effetti di questo tsunami portarono alla creazione alle Hawaii del primo centro di allerta tsunami nel mondo.
Anche per questo evento, il Pacific Tsunami Warning Center aveva emanato l’allerta tsunami per le isole Aleutine e le coste dell’Alaska, ma non per l’intero bacino dell’Oceano Pacifico. Una variazione del livello del mare di 25 cm è stata registrata presso il mareografo di Sand Point (Alaska).