Nel pomeriggio di mercoledì 8 luglio 2015, uno dei fenomeni meteorologici più violenti della storia si abbatteva sull’Italia.
“Cinque anni fa, nel primo pomeriggio dell’8 luglio 2015, un devastante tornado sconvolse la Riviera del Brenta, spazzando via in pochi minuti case, aziende, infrastrutture pubbliche, ville storiche, monumenti, auto, e soprattutto la vita di un uomo, Claudio Favaretto, la cui macchina fu sollevata e sbattuta a terra dal vento“: con queste parole il governatore Luca Zaia ricorda quando accaduto in quei giorni. “Ricordo il terreno asciutto nonostante la grande pioggia, seccato dalla violenza dell’uragano. Ricordo la disperazione delle famiglie e degli imprenditori della Riviera, ma anche la forza di non essere sconfitti dagli eventi. Ricordo anziani pulire strade e spalare fango per far tornare tutto come prima e meglio di prima, e giovani che hanno sacrificato le loro vacanze estive imbracciando pale e scope per rimuovere quintali di detriti.
Una tragedia che ci ha segnati ma non piegati, perché nel dna di noi veneti c’è la forza di lavorare per superare presto le emergenze!”
Il devastante tornado del Brenta: un terribile F4, tra i più violenti della storia d’Italia
Il violentissimo tornado della Riviera del Brenta è stato uno dei più violenti della storia d’Italia: è stato classificato come un F4 sulla Scala Fujita, un fenomeno violentissimo, in una scala che va da F0 a F5 quindi del quinto livello su una scala di sei. I danni sul territorio sono stati analoghi a quelli di una forte scossa di terremoto. Purtroppo c’è stata anche una vittima, 72 feriti e centinaia di sfollati.
La Scala Fujita misura l’intensità di un tornado in base ai danni che il vortice provoca al suolo: per intenderci, è come la scala Mercalli per i terremoti, ben differente rispetto alla scala Richter. Se un tornado è violentissimo con venti fino a 500km/h ma si verifica in una zona disabitata e non provoca alcun danno, non viene classificato sulla scala Fujita. Invece se un tornado “debole”, con venti appena superiori ai 100km/h, provoca qualche lieve danno in una zona popolata o comunque con presenza di alberi, allora si classifica a partire dalla categoria F0.
In base ai danni provocati, il tornado è stato certamente di categoria F4 nelle aree in cui ha provocato la totale distruzione di case in mattoni e sollevato le auto a grande velocità e distanza. I venti di questa categoria oscillano tra i 270 e i 320km/h, è quindi verosimile che ieri si siano raggiunti i 300km/h.
In Italia tornado così violenti sono rarissimi. Il tornado considerato più violento della storia del nostro Paese è quello del Montello (4 luglio 1930) sempre in Veneto, a Volpago del Montello, in provincia di Treviso. Un evento di categoria F5, con venti fino a 500km/h, che provocò 23 vittime percorrendo 80km di pianura.
Abbiamo poi il tornado di Robecco e Vallescuropasso, nell’Oltrepò Pavese (16 giugno 1957), di categoria F4.
Sempre di categoria F4 il tornado di padovano e veneziano dell’11 settembre 1970: un “mostro” nato sui Colli Euganei ed esauritosi sul litorale del Cavallino provocando 36 morti proprio a Venezia.
Un tornado di categoria F3 ha colpito la Brianza più recentemente, il 7 luglio 2001, fortunatamente senza vittime. Sempre in Veneto, altri tornado abbastanza significativi sono stati quelli del 6 giugno 2009 a Vallà di Riese Pio X in provincia di Treviso (categoria F3) e quello del 12 giugno 2012 a Venezia (categoria F2). Il 28 novembre 2012 un tornado di categoria F2 colpiva invece Taranto e Statte.
Il tornado più recente è stato quello del 3 maggio 2013 in provincia di Modena, a Castelfrango Emilia, di categoria F2.