E’ iniziata questa mattina l’evacuazione di residenti e turisti che occupano una trentina di case nella parte bassa della val Ferret (Courmayeur) a causa dell’allerta per il crollo di una parte del ghiacciaio di Planpincieux (circa 500.000 metri cubi).
Sul posto stanno operando carabinieri, guardia di finanza, protezione civile, forestale, vigili del fuoco e personale del Comune. In totale – secondo una prima stima – sono una settantina (15 residenti e oltre 50 turisti) le persone per le quali è prevista l’evacuazione.
Gli sfollati sono radunati nel palaghiaccio di Courmayeur per una prima accoglienza, con la collaborazione della Croce rossa. “Per i residenti valuteremo le soluzioni da trovare” mentre “i turisti dovranno trovare altre soluzioni”, ha detto all’ANSA il sindaco di Courmayeur nella tarda serata di mercoledì 5 agosto, dopo aver disposto l’evacuazione e la chiusura della vallata.
Il numero esatto di evacuati sarà accertato solo nelle prossime ore, con il termine delle operazioni. I tecnici di Regione Valle d’Aosta e Fondazione montagna sicura hanno illustrato all’amministrazione comunale di Courmayeur che l’evoluzione del ghiacciaio di Planpincieux ha delineato un “nuovo settore” con un volume di circa 500 mila metri cubi e, di conseguenza, una nuova “zonizzazione delle zone a rischio”.
Una prima allerta era scattata il 24 settembre 2019, quando un tratto della Val Ferret era stato chiuso – fino al 13 novembre scorso – per il pericolo di crollo di una porzione da 250 mila metri cubi). Da allora sono state implementate le misure di monitoraggio del ghiacciaio. Sul movimento della massa glaciale incidono i “trend anomali di temperature“, con un rialzo atteso già da oggi 6 agosto, dopo giorni di relativo freddo. La “situazione di rischio avrà una durata ridotta stimata in almeno tre giorni“, si legge nell’ordinanza comunale. Le persone che si trovano fuori dalle zone rosse e gialle possono scegliere di restare in Val Ferret “se ritengono di essere autonomi (anche rispetto alle scorte alimentari) per il periodo di almeno tre giorni”.