La doppia esplosione che ha devastato Beirut ieri pomeriggio ha provocato danni per 3-5 miliardi di dollari e ha lasciato senza casa 200-250 mila persone. E’ la prima stima fatta dal governatore della capitale libanese, Marwan Abboud, citato dall’emittente Mtv News. Le immagini che arrivano da Beirut stamattina sono drammatiche: nella zona del porto non è rimasto più nulla, in uno scenario post-nucleare. I soccorritori sono al lavoro per fornire rifugi, cibo e acqua ai sopravvissuti. Tra le vittime si contano anche 10 vigili del fuoco, ha aggiunto Abboud. Il sindaco della citta’, Jamal Itani, ha riferito che e’ stato istituito un numero verde e le autorita’ lavoreranno per aiutare gli abitanti che hanno perso l’abitazione.
Esplosione Beirut, quel deposito era una “bomba a orologeria”: il nitrato di ammonio era stato sequestrato nel 2014 a una nave diretta verso lo Zambia
Le 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio esplose ieri nel porto di Beirut causando almeno 100 morti e 4.000 feriti erano state sequestrate nel 2014 da una nave che avrebbe dovuto dirigersi verso lo Zambia. Lo sostiene l’emittente libanese Mtv, secondo la quale il sequestro del materiale è avvenuto dopo un guasto alla nave rimasta nel porto della capitale libanese. Da allora l’ex direttore della dogana Shafiq Marei e l’attuale Badri Daher avevano più volte sollecitato la rimozione del materiale per il pericolo che rappresentava, ma senza ricevere una risposta, riferisce sempre Mtv. Era da sei anni, quindi, che il nitrato di ammonio era depositato nel magazzino portuale senza misure di sicurezza, “mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini”, secondo quanto dichiarato dal primo ministro del Libano Hassan Diab. Il magazzino in questione si trova a pochi minuti a piedi dai quartieri dello shopping e della vita notturna di Beirut, tanto che alcuni parlavano del deposito come di una ”bomba a orologeria”. Intanto il Consiglio supremo della difesa libanese ha chiesto l’apertura di un’indagine sulle circostanze delle esplosioni. Il Consiglio supremo ha inoltre raccomandato al Consiglio dei ministri di affidare i compiti di sicurezza nella capitale alle autorità militari. Secondo il capo della Sicurezza Generale del Libano, Abbas Ibrahim, “materiale altamente esplosivo” era stato confiscato anni prima e immagazzinato nel deposito. Resta ancora da comprendere come mai sia stato possibile che grandi quantità di sostanze chimiche pericolose siano state immagazzinate vicino al centro di Beirut senza adeguate misure di sicurezza.
Il nitrato d’ammonio, comune fertilizzante che ha causato di tragedia Beirut: non esplode facilmente, ma ha già provocato grandi catastrofi
L’esplosione di ieri al porto di Beirut, con il suo bilancio provvisorio di oltre 100 morti e 4.000 feriti, è stata provocata, come ha spiegato il premier libanese Hassan Diab, da 2.700 tonnellate di nitrato d’ammonio immagazzinate nei pressi del porto della capitale dal 2014. Il nitrato d’ammonio, formula chimica NH4NO3, è uno dei fertilizzanti più usati al mondo, viene prodotto in piccoli pellet porosi, o “prill”, ed è uno dei principali componenti degli esplosivi minerari, nei quali viene miscelato con petrolio e detonato con una carica esplosiva. Non è semplice far detonare spontaneamente il nitrato di ammonio e a Beirut apparentemente molti fattori hanno concorso a scatenare la tragedia. Innanztutto, il nitrato di ammonio non brucia spontaneamente, ma agisce come fonte di ossigeno che accelera la combustione di altro materiali. Perchè avvenga la combustione è necessaria la presenza di ossigeno. I prill di nitrato di ammonio forniscono una fonte di ossigeno molto più concentrata dall’aria che ci circonda, per questo la sostanza è efficace negli esplosivi usati in miniera, mescolata con altre sostanze combustibili. A temperature sufficientemente elevate però il nitrato d’ammonio si decompone spontaneamente con violenza, producendo a gran velocità gas quali ossidi di azoto e vapore acqueo: questo rapido rilascio di gas scatena l’esplosione. La decomposizione violenta del nitrato di ammonio si può verificare se avviene un’esplosione nei pressi del luogo dov’è immagazzinato, se nei pressi si sviluppa un incendio intenso. E’ già accaduto a Tianjin, in Cina, nel 2015, quando un’esplosione uccise 173 persone in uno stabilimento chimico dove erano immagazzinati composti infiammabili e nitrato d’ammonio. Ancora non è chiaro cosa possa avere scatenato l’esplosione di Beirut, ma i video mostrano un incendio nell’area del porto prima dell’enorme boato. Non è molto comune che un incendio scateni l’esplosione del nitrato d’ammonio. Le fiamme devono esser sostenute e confinate nello stesso luogo dove si trovano i prill di fertilizzante. Inoltre i prill non alimentano le fiamme, quindi devono essere contenuti in o contaminati con materiali infiammabili. A Beirut, 2.700 tonnellate di nitrato d’ammonio sono rimaste per sei anni in un magazzino senza adeguati controlli di sicurezza, un fatto che ha quasi certamente contribuito alle circostanze che hanno trasformato un incendio industriale in una tragedia immane. Un’esplosione di nitrato di ammonio produce grandi quantità di ossidi di azoto, tra cui il biossido di azzoto, (NO2), un gas rossiccio e dal cattivo odore. E i video dell’esplosione mostrano una colonna di fumo rosso su Beirut. Gli ossidi di azoto sono comunemente presenti nell’inquinamento atmosferico urbano e possono irritare il sistema respiratorio. La presenza di ossidi di azoto è particolarmente preoccupante per chi ha problemi respiratori, quindi di gas di Beirut possono rappresentare un problema per gli abitanti per vari giorni, finchè non verranno dispersi naturalmente.
Libano, dopo l’esplosione di Beirut scorte di grano sufficienti per un mese e mezzo
Il Libano dispone di scorte di grano sufficienti per un mese e mezzo che dovrebbero scongiurare il pericolo di una crisi alimentare dopo le devastanti esplosioni di ieri al porto di Beirut. Lo riferisce il quotidiano Al Akhbar. Il silos nel porto di Beirut, con una capacita’ di 120 mila tonnellate, era quasi vuoto al momento dell’esplosione, ha rivelato al quotidiano Ahmed Hatteet, direttore del sindacato degli importatori di grano, aggiungendo che quattro navi che trasportavano 28 mila tonnellate di grano non sono state in grado di attraccare al porto. Gli importatori di grano incontreranno oggi il ministro dell’Economia Raoul Nehme per valutare la situazione. Intanto il porto di Tripoli, nel Nord, sara’ il principale centro di spedizioni del Paese, ha annunciato il ministro dei Lavori Pubblici, Michel Najjar. Il governo sta valutando le funzionalita’ del porto di Tripoli e di altri porti, ha riferito il governatore all’emittente televisiva Lbci.