Violentissima esplosione a Beirut, migliaia di feriti e corpi senza vita rinvenuti nel porto: “come una bomba atomica” [VIDEO SHOCK]

"Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano"
  • Daniel Carde - Foto Getty
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Esplosioni a Beirut con centinaia di feriti. Fonti della sicurezza hanno riferito che nelle due esplosioni verificatesi al porto di Beirut sono rimaste ferite ‘decine’ di persone. Ma il bilancio potrebbe essere decisamente più disastroso. Un’apocalisse, dicono in molti. Sebbene non vi sia alcun dato certo sul numero di feriti provocati dall’esplosione il ministero della Salute libanese parla di un “gran numero di feriti” e chissà quanti morti. Il ministro della Salute, Hamad Hassan, ha predisposto l’accoglienza di tutti i feriti negli ospedali a spese del dicastero. Finora sono poco chiari i contorni di quanto e’ accaduto. Sembra che l’esplosione sia avvenuta all’interno del settore 12 del porto di Beirut, in un silos di grano, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa “Nna”. Altre fonti riferiscono dell’esplosione di un magazzino di petardi. L’esplosione di un grande edificio, documentata da numerosi video che circolano sui social network, sarebbe avvenuta dopo che un’alta colonna di fumo era gia’ ben visibile all’orizzonte. In precedenza, fonti stampa citate dal sito informativo “Lebanon 24” hanno riferito di una forte esplosione avvenuta a Beirut, capitale del Libano, davanti all’ingresso di Bayt al Wasat, sede del partito Al Mustaqbal. Secondo quanto dichiarato dall’emittente “Lbci“, “Saad Hariri (leader di Al Mustaqbal ed ex capo del governo) sta bene e prosegue i suoi contatti“. Al momento non sono noti i motivi dell’esplosione. L’esplosione avviene a pochi giorni dall’annuncio del verdetto del Tribunale speciale per il Libano istituito dalle Nazioni Unite per far luce sull’omicidio dell’ex primo ministro, Rafiq Hariri, ucciso in un attentato il 14 febbraio del 2005.

Sono almeno 27 i morti e 2.500 i feriti nelle esplosioni a Beirut. Lo ha detto il ministro della Salute libanese dando il primo bilancio preliminare delle vittime. Un cittadino intervistato dall’emittente “Al Arabiya” ha detto di aver udito due esplosioni, una piu’ contenuta e l’altra più forte.

La capitale libanese è letteralmente sconvolta. Decine, forse centinaia, di persone sono rimaste ferite e molti potrebbero essere i morti. Alcune intrappolate sotto le macerie di edifici circostanti abbattuti dalla deflagrazione: secondo l’agenzia turca Anadolou, è interamente crollato un edificio di tre piani. L’onda d’urto ha mandato in frantumi i vetri e fatto saltare le porte degli edifici per un raggio di diversi chilometri. Alcuni distretti sono rimasti senza elettricità. A essere pesantemente colpito e’ stato il distretto commerciale di Hamra dove interi negozi sono stati completamente distrutti, finestre infrante e molte macchine danneggiate. Tante persone, insanguinate, si sono affollate fuori dal Clemenceau Medical Center. Un’enorme nuvola di fumo nero ha inghiottito l’intera area portuale. Sui social aumentano di minuto in minuto le immagini dell’esplosione avvenuta nel periodo della peggiore crisi economica degli ultimi decenni, che ha lasciato quasi la meta’ della popolazione in povertà; e in un momento in cui gli ospedali sono già messi a dura prova per la pandemia da nuovo coronavirus.

“Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano”, lo ha dichiarato in lacrime il governatore della capitale libanese, Marwan Abboud.

Le esplosioni al porto di Beirut, in Libano, sono state avvertite anche a Larnaca, a Cipro, a 200 chilometri dal porto della capitale libanese.

Croce rossa: migliaia le chiamate dopo le esplosioni a Beirut

La Croce rossa libanese ha riferito di “migliaia di chiamate” ricevute al numero di emergenza dopo le esplosioni che hanno investito la zona portuale di Beirut e che hanno causato decine di feriti. “Chiediamo alle persone di chiamare il 140 solo per i casi gravi in modo da poter aiutare le persone che ne hanno più bisogno”, si legge sull’account Twitter. Sono oltre 30 le squadre della Croce rossa che stanno intervenendo dopo le deflagrazioni che, stando a una prima ricostruzione, sarebbero state causate da un incendio in una fabbrica di fuochi d’artificio.

Masieri: a Beirut macerie e fiumi di vetri, un disastro

Dai miei colleghi a Beirut arrivano resoconti terrificanti: raccontano di case distrutte, macerie ovunque e fiumi di vetri nelle strade. Le autorita’ parlano di centinaia di morti e feriti ma secondo me e’ difficile fare un bilancio esatto perche’ i soccorritori fanno fatica a farsi strada tra il caos e le macerie per raggiungere le zone piu’ prossime alle esplosioni”. Cosi’ all’agenzia Dire Ilaria Masieri, responsabile programmi in Libano e Palestina per Terre des hommes, a poche ore dalla doppia esplosione che ha scosso la capitale libanese. La ong, che in Libano conta quasi 150 operatori in tutto il paese impegnati in programmi educativi e di protezione minorile rivolti sia ai libanesi che ai profughi siriani e palestinesi, ha a Beirut il suo quartier generale: “I vetri della nostra sede sono saltati sebbene disti circa 10 chilometri dal luogo delle esplosioni” riferisce Masieri, che dall’Italia continua a monitorare la situazione di sicurezza per i colleghi in Libano. Dal Paese arabo giungono racconti di deflagrazioni incredibilmente potenti, continua la referente, dal momento che sono state avvertite “anche in aeroporto“, situato anch’esso a una decina di chilometri dai luoghi delle esplosioni. I cooperanti di Terre des Hommes stanno tutti bene ma “alcuni hanno riportati danni seri all’abitazione. Ci riferiscono inoltre che i feriti sono così tanti che negli ospedali si stanno dimettendo i casi meno gravi per lasciare il posto alle vittime di questo disastro”. E il clima tra i cooperanti, come riferisce Masieri, è di grande “tensione e paura: a Beirut scene simili rimandano subito ai tempi bui della guerra civile e degli attentati“, sebbene al momento non ci siano conferme sulla natura degli incidenti.

Riunione urgente del consiglio superiore Difesa

Il presidente libanese Michel Aoun ha convocato per questa sera una “riunione urgente” del consiglio superiore della difesa dopo le violente esplosioni delle scorse ore al porto di Beirut e intanto per domani è stato proclamato il lutto nazionale.

Le cause: esplosione da un carico di nitrato di sodio sequestrato anno fa

L’esplosione al porto di Beirut è scaturita da “un carico di nitrato di sodio” sequestrato un anno fa e tenuto in un magazzino. Lo rende noto un fonte di sicurezza citata dai media locali. Il nitrato di sodio, anche chiamato nitro del Cile, perche’ estratto in quel Paese a partire dal XIX sec., viene usato in composti esplosivi.

Feriti due militari italiani, altri sotto choc

Due militari italiani sono rimasti feriti in modo non grave in seguito alle esplosioni avvenute a Beirut, mentre altri sono sotto osservazione perche’ in stato di shock. Lo apprende l’ANSA da fonti qualificate, secondo cui i militari fanno parte di un’unita’ del contingente italiano in Libano.

Centinaia di feriti e cadaveri nelle strade

La potente esplosione che ha scosso Beirut ha causato “centinaia di feriti“. Lo ha riferito il segretario generale della Croce Rossa libanese, George Kettaneh, spiegando che al momento non è possibile indicare un “numero preciso“. Alcuni testimoni riferiscono inoltre di cadaveri in strada, ma al momento non sono state fornite cifre ufficiali sulle vittime. La massiccia deflagrazione, avvenuta nella zona del porto, secondo l’agenzia di stato libanese sarebbe stata causata da un incendio in un magazzino di fuochi d’artificio. L’esplosione è stata avvertita in tutta la città, causando danni agli edifici e provocando scene di panico. Tra gli edifici danneggiati, anche il quartier generale dell’ex premier Saad Hariri, nel centro della città e l’ufficio di corrispondenza della Cnn. La principale autostrada che costeggia la città è attualmente ricoperta di frammenti di vetro. La Croce Rossa ha riferito che oltre 30 squadre di soccorritori sono al lavoro per estrarre i corpi dalle macerie. Anche l’esercito sta fornendo supporto per trasportare gi feriti negli ospedali. Poco dopo l’esplosione, sia la rete telefonica che quella Internet si sono interrotte.

Israele: “Nessun motivo per non credere che ci sia stato un incidente” ‘

La potente esplosione che ha sconvolto Beirut “è stato un incidente provocato da un incendio. Suggerisco di andare cauti con le speculazioni. Non vedo ragioni per non credere alle notizie che giungono da Beirut“. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, ai microfoni dell’emittente israeliana Channel 12.

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